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La montagna, per definizione, è natura incontaminata, ambienti naturali integri, selvaggi, senza alcun intervento o traccia dell’uomo. Tuttavia, nel nostro “andar per monti”, alcune volte ci troviamo improvvisamente di fronte a “particolari” manufatti creati dall’uomo: opere e strutture di carattere militare, risalenti alla prima Guerra Mondiale. A volte di modesta entità e in cattivo stato di conservazione, altre volte grandiosi e molto meglio conservati, sono luoghi che offrono un fascino tutto particolare: vere e proprie “pagine di Storia” davanti ai nostri occhi, di fronte alle quali istintivamente si abbassa la voce, come per rispetto, o come entrando in una chiesa.

La linea del fronte e la Linea Cadorna
Come tutti ben sappiamo, la cosiddetta “Grande Guerra” insanguinò gran parte dell’arco alpino, dalla Lombardia al Friuli, ma anche molte vallate, non interessate dai combattimenti, furono oggetto di notevoli lavori di fortificazione, con la cosiddetta Linea Cadorna, finalizzata a prevenire e contenere un eventuale attacco da nord, in violazione della neutralità svizzera. Un attacco – in effetti mai avvenuto – che avrebbe interessato la Valtellina, per poi dilagare nella Pianura Padana.
Di fatto, quasi ogni valle riserva piccole o grandi testimonianze di questo cruente passato, costituendo un incredibile “valore aggiunto” alle nostre escursioni e ai nostri trekking. In molti casi, queste strutture militari costituiscono esse stesse la destinazione di escursioni, come pure, a volte, le opere militari “sono” l’escursione stessa: innumerevoli, infatti, sono le mulattiere militari che, con pendenza regolare e comodi tornanti, risalgono i pendii delle nostre valli, fino ai valichi di cresta, se non addirittura in vetta a cime anche di notevole altezza. Dove, a volte, le vecchie casermette sono state riadattate a rifugi o bivacchi. Senza dimenticare che molte ferrate dolomitiche ricalcano, in tutto o in parte, vecchi tracciati militari.

Andar per trincee
La visita delle testimonianze storiche della Grande Guerra può essere il filo conduttore di molti itinerari, dalla gita di poche ore al trekking di molti giorni.
Come detto, molte di queste testimonianze sono ben conosciute a livello turistico, ma altrettante, e probabilmente di più, sono conosciute solo a livello locale, e a volte neppure quello. Raggiungendo colli o vette poco frequentati, può capitare di imbattersi in resti di trincee, appostamenti, camminamenti, grotte, postazioni di artiglieria… non riportate su nessuna guida. Una sorpresa che lascia senza fiato.
Programmando un’escursione, o una serie di escursioni in una determinata zona, vale senza dubbio la pena documentarsi anche su questo aspetto: in rete esistono siti specifici su queste tematiche, molto utili allo scopo.
Con la famiglia si potranno visitare i grandi Sacrari ai Caduti, i passi dolomitici al centro di tante battaglie, o le varie fortezze ancora ben conservate. Una per tutte il Forte Montecchio Nord, in Valtellina, presso Colico, ritenuto il meglio conservato d’Europa: un luogo dove il tempo pare essersi fermato, con i suoi cannoni ancora lucidi, puntati verso la valle.

Calzati gli scarponi, si potrà partire sulle tracce dei nostri Alpini, in itinerari di grande impatto emotivo, dove l’aspetto ambientale e paesaggistico passa quasi in secondo piano rispetto agli aspetti storici e umani.
Con queste poche note, speriamo di avere solleticato la vostra curiosità verso questo aspetto ancora poco conosciuto e poco valorizzato delle nostro montagne, su cui sono state scritte pagine di Storia che è gusto continuare a ricordare.