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A colloquio con Fabrizio Pirone della Ayrton Legend
Fabrizio Pirone è proprietario e amministratore delegato della Ayrton Legend, azienda che produce pit bike in quel di Napoli. – “La moto la assembliamo a Napoli ma l’80% dei fornitori ha sede nella Motor Valley emiliana” – ci spiega lo stesso Pirone. Perché abbia deciso di chiamarla Ayrton Legend si spiega facilmente: “E’ un omaggio ad Ayrton Senna. Ero un suo fan e sono stato fortunato perché della passione per i motori sono riuscito a fare la mia professione”.
Com’è nata la Ayrton Legend pit bike

Com’è nata la Ayrton Legend? “Io sono un ingegnere meccanico e navale. Ho sempre avuto una grande passione per tutti i motori: auto, barche, moto… mi piacevano tutti. E anche mio padre era un ingegnere meccanico. Dunque i motori hanno fatto parte della mia vita da sempre. Ho iniziato a correre con le pit bike quando non le conosceva nessuno. Gareggiavo già nel 2003, quando eravamo in venti piloti in tutta Italia, massimo in trenta. A me piaceva moltissimo e da lì, cercando di non sottrarre tempo all’Università, ho iniziato a modificare ed elaborare le pit bike che compravo da privato. Poi, assieme a papà, abbiamo deciso di aprire quest’azienda. Siamo cresciuti con costanza. Ogni anno abbiamo quasi sempre raddoppiato vendite, numeri e soddisfazioni. Abbiamo iniziato con l’importazione di modelli cinesi e siamo andati avanti così per tre/quattro anni. Poi abbiamo progettato un modello nostro ma prodotto in Cina con il quale abbiamo iniziato a vincere tante competizioni. Infine, siamo passati a produrre un nostro modello che è l’Xtrema: tutto prodotto e assemblato in Italia tra Bologna, Marcianise, Modena e Milano. Una pit bike complessa ma che ci sta dando soddisfazioni. Oggi siamo fra le più grandi aziende produttrici in Italia e forse in Europa”.
Pit bike e cinesi

Com’è stato lavorare con i cinesi? “Siamo stati facilitati dal fatto che mio padre aveva lavorato in Cina per otto anni e in quel periodo ancora passava in quel Paese almeno sei mesi l’anno per via della sua professione. E comunque ci eravamo già radicati con alcuni partner cinesi storici. All’inizio c’è voluto comunque un po’ per carburare ma poi è andato tutto liscio”.
Sul vostro sito si legge che la Ayrton Legend è composta da due macro divisioni. “Sì. Una si occupa di importare modelli di pit bike cinesi; l’altra è dedicata alla costruzione di pit bike made in Italy. Da questa filosofia di lavoro scaturiscono quattro gamme di moto. Due sono le Hurricane Aluminium e le Hurricane Steel, moto cinesi importate rispettivamente con telaio in alluminio e con telaio in acciaio. Progetto e costruzione sono 100% made in Cina. Si tratta di un modello unico, completamente uguale per tutti gli importatori italiani ed esteri: non cambia assolutamente nulla eccetto colori, grafiche e piccole personalizzazioni. Ogni assemblatore gli assegna il nome di fantasia che desidera ma, attenzione! Il prodotto è sempre lo stesso per tutti e in tutta Europa”.
La pit bike Ayrton Legend Xtrema

E le altre due moto? “Una è il modello Viper Evo. Sono pit bike esclusive, progettate in Italia e prodotte all’estero. Su questo modello è possibile assecondare qualsiasi richiesta del cliente nel montaggio della componentistica. Infine, il nostro fiore all’occhiello: l’Xtrema. Una moto completamente pensata, progettata, costruita, sviluppata e assemblata in Italia. Con questo modello siamo in grado di assecondare al massimo livello qualsiasi richiesta degli acquirenti nel montaggio dei migliori componenti presenti sul mercato. Insomma, mentre altri si fermano all’importazione, noi produciamo anche”.
Quale sarà il vostro modello di punta per il 2022? “L’XtremaSuperleggera che stiamo presentando in questi giorni sui social “in pillole”, senza svelare la moto intera. Dovremmo andare in pista nella settimana che va dal 18 al 24 ottobre per presentarla ufficialmente con tanto di foto e video: Questa pit bike racchiude veramente il 100%100 del made in Italy: tutte parti tecniche sono state studiate e realizzate con partner italiani. Il made in Cina è ridotto al minimo indispensabile”.
Gli obiettivi futuri della Ayrton Legend

Quali sono gli obiettivi che dà alla sua azienda per il futuro prossimo? “Intensificare le vendite, innanzitutto. Durante la pandemia abbiamo retto bene mentre altri si sono dovuti fermare ma la ripartenza è difficile per tutti. Noi, riuscendo a essere snelli nella struttura e avendo buone coperture abbiamo continuato a lavorare senza problemi e, nei mesi nei quali non si andava in pista, abbiamo sviluppato ancor di più la moto. In secondo luogo, vorremmo sviluppare una minigp per partecipare agli appuntamenti sportivi italiani ed europei. Poi vorremmo esportare di più. In alcuni paesi siamo un riferimento, in altri possiamo fare meglio. In Germania, Austria, Spagna e Cechia abbiamo un ritmo di ordini veramente forte. Noi costruiamo circa due moto italiane al giorno. Su dieci moto che escono dalla nostra officina in una settimana, almeno quattro vanno all’estero. Però ci sono paesi nei quali dobbiamo diventare più forti. E anche questo è un obiettivo”.