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Durante una ciaspolata, i movimenti del corpo possono quasi essere paragonati agli ingranaggi di un orologio di precisione: devono muoversi con lentezza, sincronia, ritmo e cadenza, senza accelerazioni o repentini cambi di velocità. Il tutto, con l’aiuto dei bastoncini da sci: attrezzi utili ma non indispensabili nei trekking estivi, quanto viceversa assolutamente necessari nelle ciaspolate. Ma vediamo i dettagli.
Gradualità e ritmo
Ciaspolare, ormai lo sappiamo, è ben più faticoso che non camminare su terreno compatto in estate: stima condivise indicano almeno il 40 – 50 per cento di fatica in più, a parità di percorso. Per questa ragione principale, un’escursione con le ciaspole richiede un’attenta “gestione delle forze” e delle proprie energie fisiche.

La regola fondamentale da seguire è quella di adottare una ritmo e una cadenza di marcia lenta e regolare, fin dai primi passi, e per tutta la durata della gita: una cosa più facile a dirsi che a farsi. Specie all’inizio del percorso, quando si è ancora “ben in forze”, è difficile imporsi un ritmo di marcia lento: istintivamente, si tende ad accelerare, con un “buon passo”, come se le nostre forze fossero infinite. Nulla di più errato: a meno di essere particolarmente allenati – e allora ogni discorso decade – l’inizio della ciaspolata dovrebbe svolgersi quasi “al rallentatore”, con una cadenza di marcia lenta, molto lenta. Per aiutarsi a mantenere una ritmo del genere, vi sono varie possibilità, come ad esempio contare mentalmente i passi da uno a dieci, per poi ripartire da capo, quasi fosse un metronomo, oppure concentrarsi sulla respirazione, o sul movimento dei piedi, o altro ancora.
Altrettanto importante, cercare di mantenere il medesimo ritmo anche su pendenze differenti, ovvero non rallentare in salita, ma neppure accelerare nei tratti pianeggianti o in falsopiano. Questa tecnica di progressione, peraltro utilizzabile anche in estate, permette inoltre di diminuire il numero di soste, e di cammina quasi senza interruzioni anche per molte ore, in una ottimale economia delle forze.
Il ruolo dei bastoncini
Nelle ciaspolate, l’uso dei bastoncini è, come detto, del tutto indispensabile. Potranno essere usati anche i bastoncini estivi, a patto di montare rondelle ben ampie, con diametro intorno ai dieci centimetri, in modo che non affondino nella neve. Altra avvertenza: regolate la loro lunghezza a casa, evitando di utilizzare i sistemi di regolazione durante la gita: il freddo, l’umidità e la neve potrebbero bloccarli, magari in una posizione non adatta o non corretta.

Alla pari dello scialpinismo, anche nelle ciaspolate i bastoncini contribuiscono in modo determinante a mantenere l’equilibrio, e permettono di scaricare parte del peso sulle braccia, e quindi sui muscoli della parte superiore del corpo, che altrimenti resterebbero del tutto inattivi. In pratica, lo sforzo di salita è svolto non solo dalle gambe, ma è condiviso da gran parte dei muscoli del corpo
Riguardo all’utilizzo pratico dei bastoncini, esso è sostanzialmente intuitiva: in linea generale, appare consigliabile il cosiddetto passo alternato, ovvero gamba destra e bastoncino sinistro, gamba sinistra e bastoncino destro. Su terreno ripido può invece essere preferibile il cosiddetto passo omologo, ovvero l’utilizzo simultaneo degli arti superiori o degli arti inferiori.
Infine, un accenno anche alla modalità di impugnatura dei bastoncini, in genere dotati di laccioli: infilare la mano nel lacciolo dal basso e afferrare l’impugnatura, prendendo anche l’attacco del lacciolo stesso. In questo modo, oltre ad avere una sicura e salda presa dell’attrezzo, si ottiene una spinta più efficace durante la progressione, grazie alla pressione del palmo della mano sul lacciolo. Viceversa, nel caso di attraversamento di zone con pericolo di caduta valanghe, i laccioli non vanno utilizzati.