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Storia e “filosofia” di questo Team del mondo pit bike
Sergio Bignoli è il team manager del Crazy Monkeys Team da quando il gruppo è nato. “Fui eletto da tutti i partecipanti- ricorda – ma, in realtà, oggi condivido gli impegni organizzativi con altre quattro persone: Mirko Francia, Matteo Martello, Manuele Magni, Matteo Benasi. Perché è giusto che qualcuno del team sia sempre a disposizione dei nostri piloti. Non è che se a me viene un raffreddore, poi si blocca tutto. Non sarebbe corretto”.
Quel garage a Mezzolara…

Quando e perché nascono i “Crazy Monkeys”? Nasciamo nel 2013. Prima di costituire il team, alcuni di noi, compreso il sottoscritto, avevano iniziato a partecipare alle competizioni di pit bike già da qualche anno. Correre in pit bike era ed è ancora il modo più economico per gareggiare sulle due ruote. E, anche se la moto è di dimensioni ridotte, ti dà sensazioni fantastiche, anche a velocità basse. Siamo nati come un gruppo di amici in un garage di Mezzolara di Budrio a casa di Francesco Tobaldo, che ancora oggi fa parte del team. Dal primo giorno abbiamo deciso che il giovedì sera sarebbe stata la serata Crazy Monkeys e, da quei giovedì in garage a parlare di moto, è nata l’idea di partecipare tutti assieme alla 12 Pollici Italian Cup. Lo spirito che avevamo in quei primi giorni lo abbiamo conservato. Infatti, uno dei nostri grandi punti di forza è che facciamo gruppo anche fuori dalla pista perché, da buoni amici, condividiamo molte cose oltre la passione per le moto. Poi, in pista, facciamo amicizia con tutti e tutti ci conosco nel paddock perché ci divertiamo, mettiamo musica e organizziamo iniziative aperte agli altri. Condividiamo molto fra noi ma anche con altri team e piloti nei week-end. Direi che tutti ci vogliono bene o, perlomeno ci trovano simpatici”.
L’inizio dei “Crazy Monkeys”

Quanti eravate nella vostra prima stagione agonistica? E oggi, quanti siete? “Siamo partiti ufficialmente nel 2014 ed eravamo in sei, oggi siamo sedici. Non puntiamo a numeri più grandi perché sarebbe troppo dispersivo. Noi siamo un team di appassionati, non di professionisti e questo non è il nostro lavoro principale. Però, va detto che di molto professionale, negli ultimi anni, abbiamo realizzato dei prodotti piuttosto belli col marchio “Crazy Monkeys”. Li mettiamo in vendita sul nostro sito e vanno dal borsone, alla felpa, al materiale tecnico. Piacciono e la loro vendita ci permette di coprire alcune spese dei weekend tipo l’acqua e i costi della luce”.
Come si diventa “Crazy Monkeys”

Come fa un pilota a diventare un “Crazy Monkeys”? “Faccio una premessa: noi cerchiamo di tutelare l’ambiente all’interno del team. Il clima conviviale che abbiamo instaurato lo vogliamo conservare. A un pilota forte ma che non sa stare in gruppo, preferiamo persone magari meno forti ma affabili, che sanno stare con gli altri. Abbiamo visto che quest’approccio non ci impedisce di essere competitivi e salvaguarda la serenità di tutti. Tante persone si avvicinano ma noi prima vogliamo conoscerle. Così, la prassi è che le “affianchiamo” senza farle entrare direttamente nel team e, dopo questo periodo di reciproca conoscenza, si vede se la persona risponde a quelle caratteristiche che dicevo prima”.

Cosa fate per i vostri piloti? “Tutti i nostri piloti sono proprietari della propria moto. Noi, se la persona vuole, forniamo un “pacchetto” di servizi per le gare: personale qualificato che supporta il pilota per ogni esigenza. Naturalmente, all’interno del nostro gruppo ci sono anche piloti che non acquistano il pacchetto service perché hanno già chi li aiuta”.
Le vittorie e il futuro
Dicevi che la vostra “filosofia” non vi impedisce comunque di vincere. “Nel 2020 abbiamo vinto con Paolo Lolli nella categoria S1 Over; con Michael Rauli la S3 Under e con Nicolò Sivieri la minGp 14 cv e siamo finiti secondi nella classifica per team. Nel 2021 abbiamo vinto con Martina Bartolini tra le Lady. Quest’anno è ancora con noi e ci fa piacere perché è una ragazza molto in gamba: sa stare in gruppo e in pista dà tanto gas. Ha scelto di salire in S2 e questo le fa onore perché ha scelto la strada più difficile: gareggerà contro i maschi. Sono molto contento di avere delle figure femminili nel team perché hanno prospettive diverse: ti fanno vedere il week end di gara in maniera differente”.

Come immagini i “Crazy Monkeys” da qui a qualche anno? “Bella domanda perché a me piace guardare avanti e pianificare: è l’unico modo per arrivare a certi risultati. Il team negli anni è cresciuto molto e cambiato tanto. Nel futuro vorrei si rinforzasse e cambiassero poche cose perché siamo arrivati a un buon livello e per costruire bene bisogna consolidare, sempre uniti e affiatati come lo siamo ora”.