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Il talentuoso fratello dell’imprenditore Fiorenzo Zaggia ha coronato la carriera con i gradini più alti del podio
Il tiro a volo è uno di quegli sport capaci di regalare sempre fantastiche emozioni. Lo sa bene il pluricampione novarese Davide Zaggia che da sempre vive con passione questa disciplina, collezionando un successo sportivo dopo l’altro, sebbene nella vita il suo lavoro sia tutt’altro. Infatti, Davide Zaggia, è impegnato nel settore delle costruzioni insieme al fratello Fiorenzo Zaggia, imprenditore novarese a capo della prestigiosa azienda edile Edilzeta. Un talento naturale dunque il suo, che gli ha consentito di raggiungere i gradini più alti dello sport, dedicando a quest’ultimo passione ed impegno durante i fine settimana, ovvero nel tempo libero.
Davide Zaggia quest’anno ha coronato la carriera sportiva classificandosi sesto al Campionato del Mondo e ottenendo la medaglia di bronzo al Campionato delle Regioni.
L’atleta, tesserato del tav Le Bettole di Trecate, ci racconta la sua storia attraverso quest’intervista:
Come ti sei avvicinato al tiro a volo? Come è nata questa passione e a che età?
Mi sono avvicinato al tiro a volo grazie ad un mio amico appassionato di caccia. Erano gli anni duemila ed insieme abbiamo partecipato a prove di caccia per poi finire con il piattello. Da quel momento è stato come amore puro e da quel momento non ho più smesso di frequentare i campi da tiro.
Il passaggio da passione a competizioni è stato immediato o graduale?
È stato subito immediato. Ho iniziato con qualche gara e poi pian pianino la passione aumentava e io volevo fare sempre di più. Questo mi ha spinto ad arrivare ai traguardi attuali.
Qual è stato il momento più bello finora della tua carriera e quale invece ti ha lasciato l’amaro in bocca?
Sono tanti i bei momenti vissuti con il tiro a volo. Negli anni ho vinto molte volte. Quest’anno io e la mia squadra ci siamo classificati terzi al campionato italiano nella Fossa Universale e abbiamo anche partecipato al Campionato delle Regioni. Però il momento più bello l’ho vissuto a Roma nel 2006 con la gara a Valle Aniene. È stato il mio primo campionato e ancora adesso mi ricordo le sensazioni e le emozioni vissute.
Per quanto riguarda quello che mi ha lasciato l’amaro in bocca direi quest’anno durante il campionato italiano di pura nazionale. Durante lo spareggio sono arrivato secondo ed è stata una delusione fortissima soprattutto perché ero convinto di arrivare primo.

Come è stata la ripartenza dopo il lockdown? Avete ripreso con il Campionato?
Certamente abbiamo iniziato e già terminato. Ora entriamo nella fase di riposo. Il calendario competitivo inizia d’inverno a gennaio e finiscono con i primi di ottobre. Il lockdown è arrivato per così dire durante il nostro periodo migliore dal punto di vista delle gare. Quelle programmate sono saltate tutte. Per quanto riguarda invece la mia ripartenza ho partecipato a Todi alla Coppa del Mondo dove mi sono classificato sesto. Inutile dire che dal punto di vista agonistico siamo stati penalizzati anche noi.
Il tiro a volo è uno sport che richiede particolare concentrazione, quali sono i tuoi trucchi?
Sicuramente, secondo me la concentrazione influisce al 90% sul risultato. Per quanto riguarda i trucchi o le tecniche ognuno ha la sua. Io personalmente quando sono a ridosso di gare ovviamente mi alleno, ma sto attento anche alla dieta. Cerco di mangiare meno fino al fatidico giorno. Assimilo molti zuccheri tramite la frutta. Durante tutta la durata della competizione mi isolo e cerco di stare poco a contatto con le persone così da non perdere la concentrazione.
Il tiro a volo è uno di quegli sport poco seguito dal punto di vista mediatico, ma che durante le olimpiadi regala molte emozioni, chi è che ammiri?
Esattamente così. Il più forte al mondo ovviamente è Giovanni Pellielo, un grandissimo atleta di Vercelli. Ha partecipato a numerose Olimpiadi conquistando quattro medaglie olimpiche. Il suo palmares è incredibile.
Il tiro a volo è uno sport di nicchia, quante persone lo praticano in Italia e quali sono i requisiti per iscriversi?
Ci sono veramente tante categorie che spaziano dagli junior ossia dai 15 ai 20 anni per poi arrivare alle eccellenze dove troviamo gli atleti di ordine nazionale. Ognuno di loro è arruolato all’arma chi nella polizia oppure come Pellielo tra i penitenziari. Per quanto riguarda invece l’iscrizione alla federazione bisogna prima di tutto aver fatto la visita dal medico sportivo e poi da quello legale. In parallelo abbiamo anche discipline paralimpiche.

Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?
Adesso momentaneamente il riposo, ma con la ripartenza ho in mente prima di tutto i Campionati Italiani. In Fossa Universale il mio obiettivo è sempre quello di poter indossare la maglia della nazionale. La strada è dura, ma spero di riuscirci. In programma ci sono anche gare all’estero come Francia, Portogallo o Slovenia e poi la Coppa del Mondo. Se riesco nell’impresa ho la convocazione.