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Le Olimpiadi invernali di Pechino stanno per finire ma, con odiosa puntualità lasciano il posto a polemiche, spesso montate ad arte dai media, che ne stanno guastando il clima. Noi di TheSportspirit, invece, preferiamo dare il nostro contributo per valori che non sono solamente nel nome del Magazine, ma nei quali tutti quanti in Redazione crediamo fortemente.
Vogliamo qui parlare di quell’istituzione, spero al di sopra di ogni sospetto, che è l’International Fair Play Committee (CIFP) che, in collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) – onora atti eccezionali di sportività accaduti e lo farà anche per i Giochi Olimpici di Pechino 2022 attraverso il premio Fair Play. A causa della pandemia globale in corso, questa è la seconda volta che il premio verrà conferito virtualmente, dopo Tokyo 2020.
Il presidente del CIO Thomas Bach ha dichiarato: “Il premio fair play riguarda gli ideali e i valori dello sport. Lo sport ci insegna ad aspirare all’eccellenza in tutte le nostre attività; vivere in pace, amicizia e solidarietà con il prossimo; a rispettare noi stessi e gli altri e a vivere secondo lo spirito del fair play in tutto ciò che facciamo. Lo sport è qualcosa di più della semplice competizione″. Incoraggio tutti i membri della famiglia olimpica, compresi i media, a partecipare attivamente alla presentazione delle candidature al fine di aumentare la consapevolezza di questi incredibili atti di sportività”.
Dato che il primo vincitore in assoluto del premio Fair Play nel 1964 è stato un atleta di sport invernali – Eugenio Monti, l’indimenticato campione di bob – siamo entusiasti di continuare questa tradizione di essere attivamente coinvolti con i Giochi Invernali”.
Eugenio Monti: un esempio cui ispirarsi!
Eugenio Monti, meglio conosciuto come il Rosso Volante, dopo aver vinto diversi titoli italiani in Slalom Gigante e Discesa Libera, fu costretto a lasciare lo sci per un grave infortunio. Ma dallo sci passò al bob dove, nel 1954 vinse il suo primo titolo italiano e nel 1957 il primo titolo mondiale. Alle Olimpiadi invernali di Cortina del 1956 vinse due medaglie d’argento, nel Bob a 2 e Bob a 4.
Preferiamo quindi raccontare a chi non la conoscesse, o richiamare alla memoria dei più anziani, le gesta di straordinaria sportività dell’immortale Rosso Volante, alle Olimpiadi di Innsbruck e della sua esemplare sportività e che consolidarono nella storia i pur ragguardevoli traguardi sportivi raggiunti.
Al termine della prima manche, nella quale il duo azzurro aveva ottenuto il quinto tempo parziale, l’equipaggio inglese Nash e Dillon, che era in testa, si accorse di aver smarrito un bullone e avrebbe dovuto abbandonare la gara. Monti riuscì a trovare un bullone adatto e lo donò ai suoi avversari, i quali volarono, andando ad agguantare un meritato oro. Proprio davanti agli equipaggi azzurri di Zardini e dello stesso Monti.

Inevitabilmente ciò scatenò polemiche e critiche da parte della stampa di casa (nulla è cambiato rispetto ad oggi!), alle quali Monti rispose che “Nash non ha vinto perché gli ho dato un bullone, ma aveva vinto perché ha fatto la corsa più veloce”.
Una generosità disinteressata anche nella competizione del bob a quattro: la squadra canadese aveva danneggiato l’asse del bob e sarebbe stato squalificato se Monti e i suoi meccanici non fossero intervenuti in soccorso. Il bob fu riparato e la squadra canadese vinse la medaglia d’oro, mentre la squadra di Monti il bronzo. Per questi atti di sportività gli fu conferita la medaglia Pierre de Coubertin. La sua carriera sportiva non finì qui perché nel 1968 a 40 anni, vinse un oro sia nel Bob a due che in quello a quattro.
