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Correva l’anno 2001 e Harley-Davidson presentava al mondo il suo nuovo motore Revolution: derivante dal VR1000 utilizzato nell’AMA Superbike, è stato interamente disegnato, progettato, sviluppato e realizzato da Porsche (azienda con la quale H-D aveva una collaborazione già dal 1997).
Il Revolution era una vera e propria rivoluzione per la casa USA sotto ogni punto di vista. Il bicilindrico a V ora aveva un angolo di 60° contro i canonici 45°, 4 valvole per cilindro, distribuzione a catena, doppio albero a camme in testa a sostituzione della tradizionale distribuzione ad aste e bilancieri, iniezione elettronica indiretta sequenziale al posto dei classici carburatori, airbox e raffreddamento a liquido.

Zona rossa 9’000 giri, 125 cv e 115 Nm la potenza sprigionata da questo motore da 1250 cc (le prime versioni erano da 1130 cc), al quale era stata prestata particolare attenzione alla lubrificazione che per la prima volta su un’Harley era a carter umido. Una particolarità di questo motore era la capacità di resistere per 90 minuti acceso al minimo senza surriscaldarsi con una temperatura esterna di 40°C.
La produzione di tutte le Harley motorizzate Revolution cessò col finire del 2018 a causa degli scarsi numeri di vendita.

Arriviamo ai giorni nostri, per la precisione al 2020. La necessità di produrre mezzi a basso impatto ambientale costringe la casa di Milwaukee a rivedere interamente la sua gamma in listino.
A farne le spese saranno i classici motori raffreddati ad aria in favore di un nuovo propulsore raffreddato a liquido.
Ecco quindi arrivare il Revolution Max, che mantiene in comune col suo predecessore solamente l’angolazione dei cilindri e la cilindrata.
Molto compatto e dotato di un sistema della distribuzione a fasatura variabile con dispositivi elettroidraulici, alesaggio di 105 mm e una corsa di 72 mm (le stesse della seconda serie del motore Revolution), perni biella disassati di 30°, valvole di scarico al sodio, variatore di fese per ogni albero a camme, frizione antisaltellamento, 2 candele per cilindro e pistoni forgiati in lega d’alluminio (raffreddati ulteriormente durante l’uso da getti di olio).
Questo nuovo propulsore è in grado di erogare 150 cv a 9’000 giri e 128 Nm di coppia.

In conclusione il Revolution Max potrebbe essere l’ultimo baluardo dei motori a combustione interna del marchio, prima che i modelli elettrici monopolizzino il mercato.
È un motore potente e moderno, che dovrà guadagnare con la sua affidabilità la fedeltà degli attuali proprietari di moto Harley-Davidson e possibilmente dovrà anche essere in grado di attirare clienti da altri marchi, una vera e propria sfida visti i precedenti.