Temporali e fulmini non sono da sottovalutare in montagna specialmente mentre si fa trekking o durante un’escursione. Ecco alcuni accorgimenti
In quasi mezzo secolo di girovagare in montagna, pressoché in tutte le condizioni e in tutti i modi, gli unici episodi in cui, veramente, posso dire di essermela vista brutta, sono stati alcuni temporali e, in particolare, i fulmini. Momenti a loro modo indimenticabili.
Un rischio concreto
Mentre nella vita di tutti i giorni il “rischio fulmine” può dirsi trascurabile, in montagna le cose sono diverse, specie se ci si muove in alta quota, su pareti o creste rocciose, o peggio su Vie ferrate. In questi casi, i temporali e i relativi fulmini possono rappresentare un concretissimo e mortale pericolo. Ma vediamo di saperne di più.
Dove si abbatte il fulmine?
Praticamente tutti gli incidenti causati dai fulmini si verificano all’aperto: essi si abbattono preferibilmente in punti che sporgono sensibilmente rispetto ai dintorni (alberi, torri, creste, vette, campanili e simili) che, per un raggio di molte decine di metri dal punto della scarica, sono da considerarsi pericolosi. E’ bene poi sottolineare che non vi sono alberi “preferiti” dai fulmini, nonostante alcuni proverbi affermino il contrario.

La scarica diretta
Una folgorazione diretta equivale praticamente a morte certa, in particolare se la corrente passa all’interno del corpo attraversando i vasi sanguigni. In questo caso, restano delle bruciature all’entrata e all’uscita della scarica, per esempio una bruciatura puntiforme sulla testa e un buco nella scarpa.
Il bagnato riduce fortemente la resistenza elettrica, anche fino a cento volte rispetto a quella dell’asciutto: se la superficie degli indumenti è bagnata, la scarica, o parte di essa, utilizzerà anche questa via per scaricarsi a terra.
La scarica indiretta e la “corrente di passo”
A partire dal punto d’impatto del fulmine sul terreno, si formerà un campo di tensione circolare con forte gradiente, in diminuzione verso l’esterno: fra un cerchio concentrico e il successivo, a causa dell’alta resistenza del terreno, vi è una sensibile differenza di campo elettrico; se tocchiamo perciò due punti del terreno con tensione differente (due cerchi differenti) vi sarà della corrente che attraverserà il nostro corpo, cioè la “corrente di passo”.
Particolarmente pericolose sono ovviamente le Vie ferrate. Se con una mano tocchiamo un cavo, ci troveremo in una situazione di pericolo, perché in contatto con un ottimo conduttore di corrente: parte di essa potrà approfittare del nostro corpo per andare a terra, attraverso la zona toracica e quindi toccando anche il cuore.
Ricordiamo poi che l’effetto della corrente sul sistema nervoso è tale da provocare delle violentissime contrazioni muscolari involontarie, capaci di autoscaraventarci via, dandoci la sensazione che qualcuno ci abbia dato una gran botta.
All’interno di strutture chiuse
Trovandosi rinchiusi in una struttura metallica, ci si trova al riparo dalle forti correnti che si propagano all’esterno. L’automobile con i finestrini chiusi è un buon riparo, come pure un bivacco di metallo: basta non soffermarsi sotto l’uscio durante il temporale, o toccare strutture metalliche che sono a contatto con l’esterno. La cosa migliore è stare all’interno su di un fondo isolato.
Dove ripararsi dai fulmini
In generale, possono considerarsi luoghi sicuri: abitazioni, costruzioni con struttura metallica, baracche con pareti di metallo, autovetture, vagoni ferroviari, cabine metalliche…. Inoltre, si può cercare riparo in caverne nelle quali si può stare in piedi (ma non all’entrata) oppure all’interno di un bosco con alberi di altezza simile tra loro. In casi urgenti, si può trovare una protezione anche all’interno di capanne, bivacchi, cappelle o fienili, avendo cura di non toccare le pareti esterne.

In mancanza di tutto ciò, ci si può proteggere dalle scariche in posizione rannicchiata in conche del terreno, in vie ribassate, ai piedi di una roccia, senza però appoggiarsi ad essa. Infine, se si è in gruppo non ci si deve tenere per mano (per ridurre la corrente di passo).
Consigli in pillole
In conclusione, ecco alcuni sintetici e pratici consigli suggeriti dal Servizio Valanghe del Club Alpino Italiano:
- evitare di ripararsi sotto alberi isolati, standone lontani almeno 200 – 300 metri;
- non tenere con sé, durante un temporale, oggetti metallici, specie se acuminati, come ad esempio la piccozza, i ramponi o i chiodi da roccia;
- mantenersi debitamente distanti (almeno 50 centimetri) da conduttori metallici, anche se il fulmine cadesse a centinaia di metri di distanza (tipico il caso delle Vie ferrate);
- non ammassarsi in gruppo, perché la colonna di aria calda generata agisce da conduttore per il fulmine;
- evitare assolutamente le creste;
- se non ci sono ripari sicuri dove proteggersi, è preferibile “prendere più acqua possibile”, perché, come detto, i vestiti bagnati sono buoni conduttori rispetto al corpo umano e favoriscono la dissipazione dell’eventuale scarica elettrica.