Anche le regioni italiane non bagnate dal mare possono diventare scenari affascinanti per gli appassionati di immersioni, come il Trentino.
Continua il nostro viaggio lungo la penisola italiana alla ricerca dei migliori siti per le immersioni. Dopo essere stati la settimana scorsa in una regione del sud, questa settimana andiamo in una delle regioni più settentrionali che, addirittura, non ha sbocchi sul mare. Nonostante queste sue caratteristiche, però, il Trentino è una meta ambita per gli appassionati di diving. Ovviamente le immersioni in questa regione avvengono nelle acque lacustri di cui è ricchissima.

Le immersioni sul Lago di Garda
Il nostro viaggio non poteva che partire dal lago più grande d’Italia. Il Lago di Garda, infatti, offre numerosi punti di immersione lungo le sue sponde. Ovviamente, trattandosi di un lago, le temperature delle sue acque sono piuttosto fredde. Infatti d’estate si possono trovare temperature intorno ai 25 gradi, ma in superficie. Scendendo di trenta metri le temperature precipitano intorno ai 10 gradi, fino ad arrivare a circa 6-7 gradi sul fondale. Per questo è necessario un buon equipaggiamento resistente a queste rigide temperature. Lo sforzo di superare le gelide acque del Lago di Garda, però, è ripagato con uno scenario suggestivo che si apre agli occhi dei sub. È infatti possibile ammirare una fauna ittica molto particolare e numerosa, sia in termini di quantità che di specie. Si incontrano, infatti, bottatrici, lucci, agoni, alborelli, anguille, carpe, carpioni, cavedani, esemplari di coregone lavarello, persici reali, tinche e trote abbastanza facilmente.

Le immersioni negli altri laghi del Trentino
Oltre al Lago di Garda, il Trentino offre altre superfici lacustri per le immersioni. Segnaliamo in particolare il Lago di Levico, il Lago di Lases e il Lago di Tovel. Il Lago di Levico è famoso perché alcuni produttori di vini immergono nelle sue acque un certo quantitativo di bottiglie per una particolare tecnica di affinamento, ma anche perché è frequentato dai sub appassionati di immersioni sotto il ghiaccio. Il Lago di Lases è frequentato per la particolare tranquillità delle sue acque. Il Lago di Tovel, invece, è visitato perché il suo fondale è “popolato” di fossili di alberi che appaiono pietrificati in uno scenario affascinante, ma soprattutto perché le sue acque fino al 1964 si tingevano di rosso in determinati periodi dell’anno. Il fenomeno, pare, sia legato alla presenza di una particolare alga, ma rimane il mistero del mancato “arrossamento” da quasi sessant’anni a questa parte.
Francesco Papa