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La curva perfetta non è un libro iniziatico. Non è un trattato di filosofia spicciola. Non è il baedeker per chi vuole sapere tutto. Non è nemmeno un manuale di guida fatto e finito. Se mai, La curva perfetta è tutte queste cose insieme.

Come insegna la storia dell’arte, la bellezza nasce dalla consapevolezza: nel nostro caso, di essere motociclisti. È un sentimento profondo, che non si limita alla sfera della sensazione, alla velleità pura e semplice. Diventare motociclisti è una precisa decisione che implica una concatenazione di situazioni, anche rischiose, da prendere con leggerezza, mai con superficialità. Comincia con la conoscenza di se stessi e la definizione dei propri limiti; di conseguenza, con la scelta della moto giusta e di quanto vogliamo proteggerci dal rischio non calcolato, dalle auto e dagli innumerevoli imprevisti che ci aspettano sulla strada. Fra motociclisti ci si dà del tu saltando ogni barriera di censo e di età.
La curva perfetta non è un libro iniziatico. Non è un trattato di filosofia spicciola in pelle nera. Non è il baedeker per chi vuole sapere tutto, ma proprio tutto del motociclismo, ancora prima di caricare le borse sulla moto per riempirle delle sue esperienze. Non è nemmeno – e qui è meglio giocare subito a carte scoperte – un manuale di guida fatto e finito. Se mai, La curva perfetta è tutte queste cose insieme.

La prova sta nell’illuminazione avuta da Cianferoni nell’organizzarlo sullo stesso chassis delle Lezioni americane, la raccolta delle cinque lezioni (più una incompiuta) che lo scrittore Italo Calvino fu invitato a tenere all’Università di Harvard durante l’anno accademico 1985-1986. scomparve il 19 settembre 1985. Dei six memos sulle qualità necessarie alla scrittura del terzo millennio non era riuscito a terminare l’ultimo, quello dedicato alla Coerenza. I primi cinque parlano di Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità. Ti ricordano qualcosa? Pensaci un istante. Sono le virtù cardinali, i pilastri fattuali, morali e spirituali della guida della motocicletta su strada. Sì, è vero, qualcuno potrebbe aggiungere: grinta, determinazione, cattiveria. Lascia che dica. Queste note per il motociclista contemporaneo hanno la funzione di indurlo a trarre il massimo godimento dal «veicolo perfetto», come l’ha definito con sintesi imbattibile la scrittrice Melissa Holbrook Pierson nel suo libro omonimo. Cinque virtù dunque, una per ogni dito del guanto. Leggerezza, della mente e dello spirito: uno stato da non confondere con la superficialità. Rapidità: il risultato naturale della guida dinamica in sicurezza. Esattezza: la precisione e la consapevolezza del mettere le ruote precisamente dove vogliamo. Visibilità: per imparare dove e come si sta in strada, e saper guardare anche oltre la prossima curva. Molteplicità: perché la moto è un piacere ancora più intenso quand’è condiviso; su una traiettoria ben scritta si trovano bene anche la persona seduta dietro di noi e gli amici che ci seguono. Poi c’è una virtù in più, quella della Coerenza, che potremmo estendere alla Consistenza. Dell’essere motociclisti, prima di tutto.

Del padroneggiare una serie di forze fisiche e meccaniche con intelligenza e lucidità, per trarne la massima gioia. Solo un motociclista pensante, riflessivo e tutt’altro che noioso poteva disegnare sulla carta e sull’asfalto la curva perfetta. Anche senza tirare in ballo lo zen, il Buddha e tutto il resto del repertorio di moda negli anni settanta. L’autore è decisamente un tipo più contemporaneo nel senso che, citando il famoso chef Bottura, “essere contemporanei significa conoscere tutto e poi dimenticarsi di tutto. Nel momento in cui tu dimentichi tutto, sei in una zona nella quale crei qualcosa di nuovo e lì è il momento in cui sei contemporaneo”. Tradotto su due ruote: impara a conoscere e a guidare la motocicletta come si deve. Afferrane il momento. Entra in curva, goditela. Poi scordatela subito. Perché nel momento stesso in cui ne stai uscendo, stai già cominciando a preparare la prossima. Più bella, più brutta, più veloce? Diversa. Tutta da creare. (dalla prefazione di Paolo Sormani)
