Share This Article
Leonardo da Vinci è famoso per aver immaginato molte delle macchine che oggi utilizziamo regolarmente. Tra elicotteri, paracadute, macchine volanti, biciclette e palloni da calcio, nei suoi disegni c’è anche una muta da sub. Uno scafandro completo di giacca, pantaloni e un elmetto che consentiva di respirare agevolmente, proprio come le moderne maschere da sub.
Le idee di Leonardo sulla muta da sub
Leonardo lavora all’idea della muta da sub intorno al 1480. Prima di allora esistevano dei progetti di macchine costruite per consentire immersioni di lunga durata. Si tratta però, per lo più, di sistemi costituiti da campane di vetro o tubi di metallo. Leonardo comprende i limiti di queste soluzioni. Secondo l’autore della Gioconda, ‘immersione deve essere qualcosa di più tecnico e dinamico rispetto alla campana pneumatica inventata dai greci. Egli coglie, come mai in precedenza, l’importanza che deve assumere l’uomo nell’immersione prolungata. Così cerca di realizzare uno strumento in grado di consentire al sub di muoversi in completa autonomia. Il suo progetto prevede un sistema di areazione e una tuta di protezione. Non è dunque uno strumento statico di copertura, ma piuttosto una vestizione in grado di far sviluppare all’uomo in completa immersione, le sue caratteristiche funzionali del normale comportamento, quasi fosse fuori dall’acqua.
Quanto tempo può rimanere un uomo in apnea?
Per il progetto della muta da sub, Leonardo parte dal presupposto che l’uomo non è fatto per respirare sott’acqua. Non solo. Grazie al suo spirito di osservazione, capisce che l’essere umano, in acqua, vede rallentarsi la sua velocità di movimento, ridurre la visibilità e anche la sua forza. Questi sono tutti elementi dei quali tenere conto per capire come un uomo possa davvero resistere alle pressioni del mare e superare i limiti meccanici.
Il progetto di Leonardo
Leonardo crea il progetto iniziando di tubazioni di andata e ritorno; una per ispirare e l’altro per espirare l’aria dalla superficie. Prevede dei giunti in bronzo che servono come collegamento per il prolungamento dei tubi stessi, consentendo una maggiore estensione. I tubi, chiamate canne, sono in una lega di acciaio temperato ricoperte da una guaina doppia in cuoio per aumentarne la resistenza all’acqua e alla sua pressione, questo per evitare possibili rotture improvvise che possano interrompere il flusso d’aria. Il sistema di respirazione è fondamentale nel progetto di Leonardo, ma lo sono anche tutti gli aspetti e le tecniche di dotazione che prevedono una vestizione adeguata e stagna, composta da calzoni, giubba e cappuccio. Per consentire al sub di scendere in profondità, dapprima studia una soluzione legata a dei pesi costituiti da sacchetti di sabbia che avevano la funzione di zavorra per poi, molto probabilmente, capire che il piombo poteva essere la soluzione migliore per mantenere la profondità e la staticità. In aggiunta un sacco pieno d’aria in grado di essere sgonfiato per agevolare la discesa o la risalita. Prevede anche un un coltello da utilizzare nel caso vi siano complicazioni nel liberarsi da ostacoli sottomarini come scogli o reti e un sacchetto per contenere l’urina. Non si può dire che Leonardo fosse tipo da lasciare qualcosa al caso.
Francesco Papa