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Cosa cambia tra gare indoor e outdoor nel tiro con l’arco?
La stagione invernale è ormai iniziata e gli arcieri si apprestano a competere nelle gare indoor, quelle al chiuso, dentro le palestre. All’aperto si ripartirà a marzo, quando il clima sarà meno freddo, e si potrà tornare così a gareggiare outdoor. Vi siete mai chiesti: cosa cambia tra gare indoor e outdoor nel tiro con l’arco? Oggi cercheremo di scoprire quali differenze ci sono tra le rispettive gare, siano esse al chiuso o all’aperto.

Le distanze
La prima differenza sostanziale, dovuta anche agli spazi più ristretti delle palestre rispetto alle aree di tiro all’aperto, è che tra le gare indoor e outdoor cambiano le distanze del bersaglio dalla linea di tiro. Nelle palestre infatti, le gare si svolgono con bersagli fino a 18 m o a 25 m. Mentre come vedremo, in quelle all’aperto i bersagli sono molto più lontani dalla linea di tiro.

In quelle all’aperto, dove gli spazi sono molto più ampi, i bersagli possono raggiungere anche i 90 m. Nelle gare outdoor gli arcieri si misurano su 4 distanze: 90 m, 70 m, 50 m e 30 m per le classi Juniores e Seniores maschile; 70 m, 60 m, 50 m e 30 m per le donne e la classe Master Maschile.
Il numero di frecce
Altra differenza è il numero di frecce che gli arcieri scoccano nelle competizioni, e il relativo punteggio che potranno raggiungere. Le gare indoor si svolgono infatti su 20 volée, ovvero le sessioni di tiro, da 3 frecce ciascuna in un tempo massimo di 2 minuti, per un totale di 60 frecce tirate e un massimo di 600 punti raggiungibili. In alcuni casi, la prova può avvenire sulla doppia distanza: 18 + 25 m, con 120 frecce e un massimo di punti totalizzabili pari a 1200.

Nelle gare outdoor invece gli arcieri si affrontano su quattro distanze, tirando per ogni distanza 36 frecce: possono essere suddivise in 6 volée da 6 frecce in un tempo massimo di 4 minuti oppure in 12 volée da 3 frecce in un tempo massimo di 2 minuti, a discrezione della società organizzatrice. In totale saranno 144 frecce e un massimo di 1440 punti da raggiungere. Alle due distanze, 90 e 70 metri, più lunghe si utilizzano bersagli da 122 cm con punteggio da 1 a 10, alle altre due, 50 e 30 metri, da 40 cm con punteggio da 5 a 10.
Il vento
Altro fattore di diversità tra gare indoor e outdoor è quello meteorologico, in particolar modo il vento. Nelle gare indoor infatti, non ci sono fattori esterni da temere. Si tira riparati dalla pioggia, al caldo, e senza alcun soffio di vento. Si è in una sorta di bolla dove nulla può accadere.
Nelle gare outdoor invece può capitare di tutto. Potrebbe piovere, potrebbe fare tanto caldo, potrebbe soffiare così tanto vento da dover interrompere la competizione. Per un arciere il vento è un elemento da non sottovalutare. Quando il vento è a favore, potrebbe rappresentare un’arma in più, ma quando è contrario può causare problemi non indifferenti.
Ne abbiamo parlato con Matteo Panariello, arciere non vedente della categoria visually impaired: per i non vedenti, ad esempio, risulta più complicato tirare in quanto loro non possono contro mirare al vento. Per gli arcieri normodotati la contro mira può essere una soluzione da adottare nel caso ci sia vento a sfavore. In base da dove proviene il vento, l’arciere cercherà di tirare verso la sua direzione in modo tale da poter avere un leggero controllo in più sulla direzione del tiro.
Andrea Scheurer