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Salvatore Bonfiglio dopo l’esperienza televisiva ha pedalato fino al Polo Nord
Salvatore Bonfiglio è noto al grande pubblico per aver partecipato a Matrimonio a Prima Vista. Un programma televisivo a metà strada tra il reality e l’esperimento sociale. Infatti all’interno dello show due coppie di sconosciuti, la cui compatibilità caratteriale è associata da alcuni esperti, si sposano senza essersi mai incontrati prima, nei giorni successivi decideranno se vivere insieme per tutta la vita o lasciarsi. L’esperienza di Matrimonio a Prima Vista, però, per lui non è stata positiva, tanto che, terminate le fatiche televisive, ha deciso di affrontarne una forse più entusiasmante: la North Cape 4000. Ci ha raccontato com’è andata.
L’esperienza di Matrimonio a Prima Vista
Nella descrizione del tuo profilo Instagram scrivi: “sono sopravvissuto a #martimonioaprimavista e alla #northcape4000”. Qual è stata l’esperienza più dura?
La North Cape 4000 è stata molto dura dal punto di vista fisico, ma Matrimonio a prima vista lo è stato molto dal punto di vista mentale, quindi direi che quest’ultima è stata l’esperienza più dura tra le due.
Chi ha visto il programma sa quanto la mia controparte si sia impegnata molto per rendere tutta questa esperienza il più negativa possibile.
Alla fine del programma ho tirato un grandissimo sospiro di sollievo quando finalmente potevo ritornare alla mia normale vita, col viaggio in bici invece è stato tutto il contrario, potendo non sarei tornato a casa e avrei continuato a pedalare ancora.
Come nasce la tua passione per la bicicletta?
I miei genitori mi hanno cresciuto guardando in tv i grandi eventi sportivi come la formula 1, il calcio e ovviamente il ciclismo, rimanevo sempre a bocca aperta per lo spettacolo che dava sulle salite del Giro d’Italia un certo Marco Pantani.
Da bambino i miei pomeriggi li passavo quasi sempre pedalando in giro per il quartiere anziché stare in casa a fare i compiti.
Non ero per nulla quello che si può considerare un bambino tranquillo e molto spesso qualche vicino mi doveva riportare a casa perché ero caduto facendomi male, e mia a madre ovviamente me le dava ogni volta che succedeva sperando che imparassi la lezione, ma questo però non è mai accaduto.
Poi con l’adolescenza ho cominciato a fare sport regolarmente, all’epoca praticavo arti marziali e utilizzavo la bicicletta come allenamento per la resistenza e per rinforzare le gambe.
Ma la passione vera e propria per la bici è nata a 18 anni quando ho stretto amicizia con alcuni ciclisti della mia zona ed ho cominciato ad allenarmi con loro e a partecipare alle varie gare.
Dopo qualche anno di ciclismo venni a conoscenza di alcune manifestazioni particolari con percorsi lunghissimi e dove si pedalava giorno e notte, le randonnee, e qui è scoppiato il vero grande amore che mi ha portato in giro sulle strade di tutta l’Italia e di mezza Europa.

La partecipazione a North Cape 4000
Invece, la decisione di partecipare ad un’impresa estrema come la North Cape 4000 come è arrivata?
Era da parecchi anni che cercavo di progettare un viaggio in bici fino a Capo Nord, insieme agli Stati Uniti da costa a costa è sempre stato il mio grande sogno nel cassetto, ma ogni anno purtroppo c’era sempre qualcosa che mi costringeva a rinunciare.
Nel frattempo è nata la manifestazione chiamata North Cape 4000, e quindi ho pensato che se anziché partire da solo per i fatti miei mi fossi iscritto, sarebbe stato come prendere un impegno importante, e che quindi in un modo o nell’altro sarei finalmente riuscito a partire.
Nel dicembre del 2019 mi iscrissi e mi sentivo davvero molto motivato come non lo ero mai stato, soprattutto perché questa era l’occasione per realizzare un altro mio progetto, ovvero sfruttare questo viaggio per raccogliere tramite i social dei fondi per la ricerca sulla sclerosi multipla, quindi il 2020 era sicuramente l’anno buono finalmente.
Purtroppo io come nessun altro sapevamo ancora che da li a qualche mese tutto il mondo avrebbe dovuto fari i conti con la pandemia, e quindi fu tutto prima annullato e poi rimandato al 2021.
Come ci si prepara ad una prova così ardua?
La preparazione per questo genere di prove si basa principalmente sull’abituarsi a stare il più possibile sulla bici, molte uscite lunghe per molti giorni di fila.
Ma almeno che uno non abbia molto tempo libero a disposizione, allenarsi davvero bene per queste cose è quasi impossibile, per chi come me è molto impegnato col lavoro si cerca di fare quel che si può, cercando di sfruttare al meglio ogni minimo momento libero, più che altro si cerca di presentarsi al via in condizioni non proprio disperate, sapendo che bisognerà poi compensare le carenze di allenamento con altro.
In queste prove il fisico conta fino ad un certo punto, quello che davvero fa la differenza è la testa, è quella che ti fa andare avanti nonostante tutti i momenti difficili.

C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela?
Di non farcela completamente mai, sapevo che in un modo o nell’altro sarei riuscito ad arrivare al traguardo.
Più che altre le varie difficoltà della prima settimana mi avevano fatto venire dei dubbi se ce l’avessi fatta ad arrivare in tempo utile per prendere l’aereo di ritorno, nonostante comunque avessi prenotato tutto in modo da lasciarmi un buon margine d’errore, alla fine però sono riuscito a rispettare la tabella di marcia che mi ero prefissato.
Ci racconti un episodio simpatico e uno meno simpatico della North Cape 4000?
L’episodio più simpatico è stato quando sono arrivato al villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi.
Ero in compagnia di altri due ragazzi italiani e loro erano davvero felici ed emozionati all’idea di incontrare e farsi la foto col “vero” Babbo Natale, mentre io ero un po’ disinteressato, ma alla fine mi sono lasciato convincere e devo ammettere che è stata davvero un’emozione bellissima tornare per un attimo bambino e realizzare quel sogno che tutti abbiamo sempre avuto, ovvero quello di conoscere il “vero” Babbo Natale.
Il meno simpatico (che credo sia molto riduttivo definirlo cosi) è stato la mattina seguente.
Mentre mi preparavo per partire ho appreso la terribile notizia che una ragazza che partecipava all’evento aveva perso la vita in un’incidente.
Nonostante si sa benissimo che bisogna purtroppo convivere sempre con i rischi in questo sport, ogni volta che accadono certe cose è un brutto colpo che ti porta inevitabilmente tanta tristezza e a fare tante riflessioni.
Se potessi rifare solo un’esperienza tra Matrimonio a Prima Vista e la North Cape 4000, quale sceglieresti e perché?
North Cape 4000 assolutamente, oltre ai motivi che ho detto prima io non sono un personaggio da programmi televisivi, l’ambiente dello spettacolo non fa per me.
Francesco Papa