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Si montano e per migliaia di chilometri non ci si pensa più: le nuove candele
L’avanzamento della tecnica ha portato non solo a un miglioramento delle prestazioni, ma anche a un aumento della durata di componenti e accessori e quindi a una drastica diminuzione delle esigenze di manutenzione. Diversamente da quanto accadeva in passato, oggi delle candele si parla veramente poco.
La tecnologia nel settore specifico è infatti ormai talmente evoluta che esse non sono praticamente mai fonte di inconvenienti e richiedono ben poche attenzioni. Inoltre la loro durata è diventata elevatissima.
Insomma a loro si pensa ben poco. Si montano e per migliaia di chilometri non ci si pensa più.
Ma come si è arrivati a questo? La risposta è semplice: grazie all’impiego di materiali rari e costosi come il platino e l’iridio, più resistenti all’usura che tende a manifestarsi a livello di elettrodi. Il platino per l’appunto ha sostituito le classiche leghe a base di nichel (in genere con un notevole tenore di cromo) e ciò ha determinato un drastico aumento della vita utile di questi componenti.
Poi è arrivato l’iridio (metallo argenteo estremamente raro e costoso, piuttosto simile al platino e mantiene una elevata durezza e un’ottima robustezza anche a temperature molto elevate), che viene spesso impiegato in una lega col platino per ottenere una durata ancora maggiore.

Questi metalli hanno anche consentito di realizzare elettrodi con estremità di diametro molto ridotto: spesso si impiegano vere e proprie placchette, che in genere vengono fissate facendo ricorso alla saldatura laser. Il loro diametro è nettamente inferiore al millimetro al contrario delle candele convenzionali dove l’elettrodo di massa è in genere di 2/2,5 millimetri.
Questo comporta notevoli vantaggi in termini di resistenza all’imbrattamento e di “accendibilità”, perché grazie alla maggiore distanza tra gli elettrodi che si può impiegare (a parità di estensione), nella zona dove scocca la scintilla c’è infatti una superiore quantità di miscela aria- carburante.
Il rischio di mancate accensioni in questo modo viene minimizzato anche nelle condizioni di impiego più critiche. Infine nelle candele con diversi elettrodi di massa l’usura viene ripartita tra di essi, dato che a scoccare è sempre una sola scintilla.
