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Intervista con il capoclassifica della Over S1 del Cnv Motoasi Selettiva Centro
Nikolas Placidi, è in testa al campionato pit bike Over S1 del Cnv MotoAsi della Selettiva Centro. Ha 19 anni e vive a Roma nel quartiere San Saba. “Un quartiere al quale sono molto affezionato perché – dice – ci sono nato e cresciuto”. Ha appena finito di frequentare l’Istituto Tecnico Industriale, indirizzo meccatronica, seguendo il filo logico della sua passione per i motori. “Adesso sto valutando se andare all’Università, ma è tutto da vedere”.
Le moto prima della pit bike
Come hai iniziato con le moto? “Diciamo che non è una cosa di famiglia. E’ vero che mio padre era appassionato e da giovane aveva delle moto e avrebbe anche voluto provare a correre ma la passione non me l’ha trasmessa proprio lui direttamente. Fin da piccolissimo guardavo le gare in tv. C’era Valentino con la sua Yamaha che mi “acchiappava” Ricordo, avrò avuto 4 o 5 anni, che spesso passavamo davanti a un concessionario di moto che aveva in esposizione una Polini gialla con i colori della moto di Max Biaggi. E non facevo altro che chiedere ai miei genitori di comprarmela. Ero davvero molto pressante su questo. Finché un giorno mia madre disse a mio padre: “Senti, portalo a provare a Torricola. Magari si accorge che non fa per lui”. Torricola è un classico per noi piloti romani, ci abbiamo girato tutti all’inizio, anche i Di Giannantonio e i Foggia che oggi corrono nel mondiale. L’idea era di farmi smettere. Invece dopo pochi mesi mio padre mi aveva già comprato una minimoto cinese. Era più conveniente per girare anziché noleggiarne una ogni volta. Sono partito così”.
Dalle minimoto alle pit bike
Poi cosa è successo? “Dopo qualche tempo ho comprato una Polini. Ho esordito nelle gare a fine 2010 e nel 2011 ho corso un campionato, a Torricola, nella categoria primi passi. Da lì è partita una carriera nelle minimoto che mi ha portato ad affrontare tutte le categorie, fino alle 50 cc con raffreddamento a liquido. Avevo 13 anni e le sentivo veloci come un aeroplano. Essendo un po’ più pesante della media degli altri piloti, ho avvertito subito la differenza di potenza con le 40 cc e mi sono trovato subito a mio agio. Ci ho corso fino al 2019, sia nell’Italiano che in altri campionati. Insomma, ho avuto una lunga carriera con le minimoto”.
Come sei arrivato alle pit bike? “A 17 anni, due anni fa, capii di aver terminato la mia gavetta nelle minimoto e decisi di andare oltre. Mi guardai attorno. Pensai di passare alle Ohvale ma vidi che le griglie delle pit bike erano più competitive. Così, a febbraio 2020, dopo un sacco di sacrifici, mi sono comprato una Pitom. Ho addirittura preso un anno sabbatico dalle corse per riuscire ad acquistarla. L’8 marzo 2020 ho fatto il primo test ufficiale con tanto di record della pista. Ero carichissimo ma le cose non sono andate un gran che bene: senza un team che mi seguisse, la moto era abbandonata a se stessa. Ho fatto più zeri che traguardi. E poi per me era la prima volta fuori dai circuiti per minimoto”.

Il pit bike team Shark Barcaro
Quest’anno sei col team Shark Barcaro. “Organizzavano dei test drive per la loro moto 2021. Vedendone le caratteristiche, avevo capito che era una pit bike molto interessante, preparata da un team rinomato per la serietà e per i risultati. Feci il primo test drive a novembre 2020 ad Aprilia e mi trovai subito benissimo. La moto era una bomba, strabiliante. Si entrava in un’altra dimensione. Si vedeva che era un lavoro fatto da persone competenti. Feci un altro test drive a dicembre 2020. Provarono molti piloti, fra i quali anche uno che corre in moto3. Fece registrare un buonissimo tempo che io avvicinai molto. Fui più lento solo di un paio di decimi. Il team Shark Barcaro notò questa cosa. Io mi proposi e inizialmente mi dissero che non sarebbe stato possibile prendermi in squadra. Continuammo a parlare e il 31 dicembre 2020 feci l’accordo con loro e divenni un loro pilota”.
“la mia pit bike è…”
Cosa ti piace in particolare della tua pit bike? “La cosa che mi piace di più è che con questa pit bike mi è più facile arrivare all’obiettivo. Capisco di essere ad alto livello, come lo sono altri, e questo mi spinge a dare di più per prevalere. Poi la moto è bella da guidare. E’ fluida, richiede una guida dolce, dallo stile particolare. E’ molto soddisfacente, poco stancante e redditizia. Si addice a ogni tipo di pista. L’ho guidata in quattro circuiti diversi, fra gare e allenamenti, ed è bilanciata su ogni tipo di tracciato. Va bene nei tornanti stretti e nelle curve veloci ed è una moto con la quale è fondamentale fare tanta percorrenza. Non si scompone mai. Tornanti, staccate, curvoni… è una moto perfetta per chi corre in pit bike. Ovviamente il team Shark Barcaro è il motivo principale per cui la moto va così bene. Io che correvo da solo, senza supporto, mi accorgo della differenza vedendo lavorare un’equipe in maniera così veloce e intelligente. Capisco di far parte di qualcosa d’importante”.
Il campionato e la concorrenza

Il campionato è duro e tu e Daniele Aguzzi, tuo compagno di team, andate molto forte. “Avere qualcuno così di alto livello sia per la parte tecnica che come compagno di team è tanta roba. Io vivo di sfide, di stimoli”.
C’è concorrenza o amicizia fra compagni di squadra e con gli avversari? “Credo dipenda dalle persone. Siamo piloti ma siamo anche persone. Come in ogni ambiente sportivo ci sta la sana rivalità. Con Daniele Aguzzi, pilota fortissimo con tanta esperienza e campione in carica me la vivo molto serenamente, quando vince lui, sono contento. Vorrei sempre vincere io, come tutti i piloti, ma ci sta perdere. Mi piace stare dentro al team, c’era già un bel rapporto con loro anche l’anno scorso che non ci si conosceva a fondo. E lavorare in un ambiente sereno è anche più facile. Con altri fuori dal team c’è più rivalità, come noto. Poi il fatto che io e Daniele siamo primo e secondo in campionato fa sì che tutti provino a batterci. E’ nella normalità delle cose”.
Le finali di Ortona e il futuro
Punti a vincere le finali di Ortona? “A dir la verità sono concentrato sull’ultima tappa della Selettiva Centro. Io e Daniele siamo vicinissimi in classifica e tutto è ancora in gioco. Il 5 settembre si corre ancora a Latina e Daniele va fortissimo su questo circuito. Ha fatto anche il record della pista. Insomma sarà un ultimo tappa impegnativa e sono concentrato più su questo. Darò tutto fino all’ultimo ma se sarà più bravo lui va benissimo. A Ortona verranno tutti i più forti delle altre Selettive. Se altri saranno più bravi e vinceranno tanto di cappello”.
Hai già pensato all’anno prossimo? “Per l’anno prossimo non abbiamo ancora parlato. Dopo le finali si vedrà. Chiaro che a me piacerebbe molto continuare con Shark Barcaro, è un team molto attivo”.
Come ti vedi da qui a cinque anni? “Il mio obbiettivo, da sempre, è raggiungere un contesto mondiale o anche correre nel Civ che è un ambito molto professionale, dove l’atmosfera credo sarebbe la stessa del Cnv. Se proprio dovessi esprimere il mio sogno più esagerato, direi che mi vedrei bene nella Superbike del Civ con una Ducati”.
di Flavio Semprini