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Conseguenza del precedente articolo dove indicavo i costi del tiro con l’arco è porci la domanda: è sufficiente ipotizzare un prezzo senza un adeguato sistema organizzativo che analizzi anche il sevizio erogato e soprattutto la qualità di coloro deputati alla erogazione di tale servizio? Secondo me la risposta a questa domanda attiene anche al futuro del nostro sport.

Da oggi infatti mi dedicherò, attraverso il format di brevi articoli, a capire cosa poter fare per permettere al tiro con l’arco di avere uno sguardo sul futuro, uno sguardo che vada oltre il chi siamo oggi e che affronti anche il tema della professionalità e del professionismo. Per fare questo però dobbiamo iniziare prendendo atto di un fatto. Oggi nello sport in generale e nel tiro con l’arco nello specifico l’età media dei partecipanti si è alzata. Anche l’età del management e dei tecnici è molto alta. Ovviamente non dico questo in accezione negativa, ma solo per indicare le reali difficoltà che dovremo affrontare per attuare il giusto ricambio generazionale che garantirà il futuro di questo sport.
La materia è complessa ed articolata vediamo di trovare un capo iniziale. Chi si avvicina a questo sport entra in relazione con un tecnico, mentre progredisce nel suo percorso sportivo è in relazione con un allenatore, se attraversa dei momenti difficili ne parla con il suo allenatore; quindi la figura del tecnico, dell’istruttore, dell’allenatore riveste una grande importanza e ha un posto di rilievo nella “vision” del tiro con l’arco.

Questa figura “professionale” oggi è pronta per le sfide del futuro, ha gli strumenti adeguati, è in questa forma che si appresta a progredire, ha ancora senso il tipo attuale di volontariato, possiamo iniziare a ipotizzare un percorso professionale e professionistico?
Abbiamo attualmente un sistema sportivo organizzato per poter iniziare a pensare al professionismo? L’eventuale coach professionista sarà un dipendente o un libero professionista? Cominciamo rivedendo insieme cosa è il lavoro di un coach prendendo a prestito le parole di Alberto Madella. Il coach pianifica e gestisce programmi di allenamento individuali e di gruppo finalizzati al mantenimento e miglioramento della forma fisica o all’apprendimento di una specifica attività sportiva. I programmi possono avere finalità educative, adattive, ludiche o sportive. Inoltre per il proprio arricchimento professionale è essenziale che acquisisca, oltre a conoscenze e competenze tecniche, la capacità di stimolare e motivare il gruppo e i singoli a impegnarsi costantemente nell’allenamento e nel raggiungimento degli obiettivi individuali e di squadra, non perdendo mai di vista il senso di sportività e l’importanza del lavoro di gruppo.
Queste prerogative del lavoro dell’istruttore, allenatore, tecnico etc. per brevità coach, delineano il campo del lavoro di un libero professionista, inquanto a nessun dipendente viene lasciata una così elevata libertà di azione. E allora oggi, il sistema tiro con l’arco è in grado di avere dei liberi professionisti che con il loro lavoro possano mantenersi?
A questa domanda il Si o il No non sono sufficienti. Perché prima di poter rispondere dovremmo poter avere un sistema economico di riferimento, alcuni lo chiamano mercato.

Un sistema che fornisca servizi adeguati, che sia in grado di generare domande alle quali rispondere non solo tecnicamente, ma anche fornendo esperienze diverse.