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Dopo una breve pausa dedicata alla responsabilità del tecnico, ho deciso di continuare con i punti del progetto e spostare l’approfondimento dell’analisi SWOT in altro articolo.
Nell’articolo precedente sul progetto eravamo arrivati a analizzare il contesto e anche i nostri punti forti e deboli. Il prossimo tema per noi arcieri è di casa: individuare il target e proseguire nelle parti successive.
Il target è l’obiettivo che dovremo raggiungere con la nostra comunicazione e il nostro progetto. In altri termini, si tratta dei potenziali destinatari di un messaggio, nonché dei potenziali acquirenti dei nostri servizi.

Individuare il target significa trovare un gruppo di persone realmente interessate a ciò che proponiamo loro: persone che trarranno un beneficio e piacere da ciò che offriamo e provando ad identificarci con le loro richieste e necessità, risponderemo ai loro reali bisogni.
Conoscere i nostri interlocutori ci permette di essere coerenti, cioè di produrre e offrire ciò che i nostri arcieri si aspettano, senza disperdere risorse in azioni che rischiano di rivelarsi infruttuose.
Proviamo a specificare il nostro target.

Il primo passo per definire il campo di riferimento ove trovare il nostro target è l’analisi dei bisogni: capire quali sono i problemi dei tuoi arcieri che sei in grado di risolvere e quali servizi sei in grado di fornire.
Ipotizziamo che il nostro target possano essere tutte le perso dai 12 anni in avanti e che vogliamo organizzare la nostra offerta didattica in modo differenziato tra un percorso ricreativo ed un agonistico. Da questo poi dipenderà il tipo di offerta didattica e quindi di impegno dei nostri tecnici e quindi una base su cui ipotizzare l’eventuale compenso.
Ma nella identificazione del nostro target è sufficiente la sola età? Non credo.

Passo successivo sarà allora elencare le diverse tipologie di futuri arcieri ai quali vogliamo rivolgerci, costruire l’immagine del nostro arciere di riferimento. Possiamo raggrupparli in base alla loro localizzazione: ad esempio, individui che tendono a vivere in determinate zone geografiche. Oppure raggrupparli per settore: si tratta di liberi professionisti, artigiani, avvocati, medici, dipendenti, studenti ecc.? E ancora: Sono uomini o donne? Interroghiamoci sulle persone che vogliamo raggiungere, in modo da definirle in base alle caratteristiche più rilevanti.
Ora quali sono le competenze che possiamo offrire? Siamo in grado con i nostri tecnici di soddisfare tutte le eventuali richieste che il campione target potrà formulare? E quindi partendo da quali competenze dobbiamo ipotizzare e strutturare il nostro prodotto.
Ed eccoci alla pianificazione di una strategia, cioè un processo su misura, non una soluzione adattabile a qualsiasi situazione. Scegliamo lo scopo che vogliamo raggiungere. In questo modo avremo il punto finale, e la strategia coprirà tutte le azioni intraprese tra l’inizio e la fine.
Quindi il nostro obiettivo iniziale era quello di riuscire, dando seguito alle parti precedenti, a retribuire in modo continuo ed adeguato i nostri tecnici.
Prima cosa è capire che il nostro tecnico di riferimento non potrà essere trattato come un dipendente ma, come un libero professionista. E non solo in merito al rapporto economico/fiscale, ma nell’approccio e nell’affermazione della sua professionalità. Quindi sarà partecipe nella promozione e nel reperimento degli arcieri, nella relazione con le amministrazioni e con gli stakeholder e in tutte le attività dell’associazione atte al reperimento di arcieri e alla loro formazione, quindi definire anche il tipo di aggiornamento che richiederemo loro e in che periodo temporale.

Poi il secondo passo è come trovare le risorse per la sua retribuzione. Per me questo è il passaggio più facile ma, posso capire che nel periodo attuale non per tutte le associazioni possa essere altrettanto facile.
In tutti i campi economici e di fornitura di servizi, colui che riceve il servizio è anche chi lo paga. Quindi le somme che dovremo usare per gli emolumenti ai nostri tecnici, possono arrivare soltanto dal pagamento di quote per il sevizio di formazione ricevuto dai nostri arcieri, da non confondere con le quote annuali di adesione. Il quanto e il come dipenderà dalle condizioni organizzative e di servizio di ogni singola associazione.
Il CD sarà chiamato a decidere il tipo di servizi da offrire e il loro eventuale costo. I tecnici e il CD dovranno trovare un accordo sulla retribuzione oraria o forfettaria. Sarà uguale per tutti, o sarà differenziata per competenze ed esperienze, Etc.
Una fase organizzativa sostanziale è quella di capire il modo per proporre un servizio remunerato in modo diversificato e continuo. Non possiamo come tecnici pensare di basare il nostro compenso solo sui programmi di introduzione al tiro con l’arco (per molti il corso base), magari a questo dedicherò un articolo più avanti.
Ultima fase del progetto semplificato che ho indicato è stabilire il quadro temporale entro il quale questo progetto arriverà a completa conclusione. Questa parte dipende ovviamente dalle parti precedenti e dal livello organizzativo di ogni associazione.
Certo che organizzare un progetto completo e che stia in piedi anche economicamente è un po’ più articolato di come l’ho indicato in questi articoli.
Spero comunque di aver suggerito temi positivi di confronto. Ci leggiamo presto.