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Alcune discipline storiche rischiano di non essere presenti a Los Angeles 2028
Delle Olimpiadi di Los Angeles 2028 abbiamo parlato in un articolo pubblicato il 23 agosto come dei Giochi che vogliono essere a “impatto zero” sull’ambiente. Sarebbe un bel segnale da mandare a tutto il mondo. Un segnale negativo, invece, arriva dalle ultime riunioni del Cio, il Comitato olimpico internazionale. In queste sessioni di lavoro si è ipotizzata l’entrata a titolo temporaneo o definitivo di alcuni sport e l’esclusione di altri in vista dei Giochi di Los Angeles.
Niente pugilato alle Olimpiadi 2028?

Secondo le prime decisioni dei “boss” dello sport internazionale, potrebbero essere esclusi dai Giochi sport storici come la boxe, il sollevamento pesi e il pentathlon moderno. Sono in lizza per entrare: il cricket, il baseball e il softball, il flag football, il lacrosse, il karate, la kickboxing, lo squash, il motorsport e la breakdance (che sarà già presente per la prima volta a Parigi 2024). Si tratta di scelte contestabili? Lo sono.
Per onestà intellettuale va detto che tutto deve essere ancora deciso e i tre sport indiziati a lasciare il palcoscenico olimpico hanno ancora carte da giocare per rientrare a pieno titolo. Tra gli sport in predicato di entrare non sfugge come alcuni di questi, più che un gran numero di praticanti nel mondo e la piena rispondenza allo spirito olimpico, abbiano dietro di sé sponsor globali in grado di influenzare le scelte del Cio. Sarà un caso che fra gli ultimi sport entrati a pieno titolo nel panorama dei Giochi olimpici ci sia l’arrampicata sportiva sponsorizzatissima dalla Red Bull la quale, guarda caso, è uno dei maggiori sponsor anche della break dance e del motorsport?
Le Olimpiadi della Coca Cola

Sembra proprio che il Cio sia sensibilissimo all’argomento “soldi”. Lo capiamo, perché organizzare un’Olimpiade non è proprio uno scherzo ma certe figuracce andrebbero evitate. Vi ricordate le Olimpiadi del 1996? Avrebbero dovuto svolgersi ad Atene, cento anni dopo la prima Olimpiade moderna di Atene 1896. Si disputarono, invece, ad Atlanta, città dove ha la propria sede centrale la Coca Cola. Quest’azienda voleva si disputassero a casa sua le Olimpiadi del centenario. E anche allora i soldi prevalsero sulle considerazioni di opportunità storica.
Che sport come il cricket e la kickboxing abbiano un grande seguito a livello mondiale è innegabile. Che il karate, presente solo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in omaggio al suo territorio di nascita sia uno sport dall’evidente spirito olimpico, non ci piove. Ma baseball e softball, pur essendo sport “globali”, potrebbero essere reinseriti solo in omaggio agli sponsor americani di questi due sport che in quel continente sono nati per poi essere messi alla porta quattro anni dopo. Flag Football e Lacrosse appaiono francamente delle forzature, sempre per favorire nel medagliere il Paese ospitante. Lo squash parrebbe un regalo a uno sport in forte espansione ma ancora non radicato. Perché dovrebbe esserci lo squash alle Olimpiadi e non la boxe che faceva parte, addirittura, delle Olimpiadi antiche? In base a quale criterio oggettivo? Di certo non il numero dei praticanti o l’interesse del pubblico.

Il Cio e il rischio “avanspettacolo”
Il Cio dovrebbe fare molta attenzione ai propri criteri guida per far entrare o uscire, definitivamente o saltuariamente, alcuni sport dalle Olimpiadi. Il massimo organismo mondiale nell’organizzazione dello sport rischia di trasformare quello che tutti definiscono “il più grande spettacolo sportivo del mondo” in un’esibizione da avanspettacolo nella quale il contorno e gli aspetti mediatici ed economici contano di più delle performance degli atleti. A lungo andare potrebbe rivelarsi un autogol clamoroso.