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Marco Tasselli e le sue lunghe trasferte nella Motosport Cup
La Motosport Cup, uno dei campionati che vede impegnate le pit bike in pista, si corre esclusivamente sui circuiti del nord-ovest e nord-est italiano: Ottobiano, Borgo Ticino, Ala di Trento, Cremona, Castelletto di Branduzzo. Quasi tutti i piloti partecipanti sono dunque di quell’area: lombardi, piemontesi, veneti, magari qualche svizzero. Tutti tranne uno: Marco Tasselli da Ravenna che gareggia nella categoria “14 Cv Pro Heavy”. Che ci fa un romagnolo in quel campionato? Non sarebbe più semplice per lui partecipare ad altri campionati più geograficamente abbordabili? Glielo abbiamo chiesto.
Un romagnolo nella Motosport Cup

“Bisogna partire dal 2018 – racconta Marco. – In precedenza gareggiavo con le minimoto ma ero cresciuto tanto, oggi sono alto 1,85, e in una minimoto non ci stavo proprio più. Allora, d’accordo con mio babbo Stefano che mi segue da sempre ed è un grandissimo appassionato di motori, abbiamo deciso di passare alle pit bike. Per un anno mi sono allenato vicino a casa, al Galliano Park, un circuito in provincia di Forlì. Volevo provare a fondo questa moto, per me nuova, che comportava anche un diverso stile di guida. Visto che i tempi realizzati erano buoni, ho chiesto l’iscrizione a una gara della Motosport Cup che si teneva sul circuito di Pomposa. Fui accettato come wild card e finii terzo”.
Dalla YCF Cup alla Pro Heavy

Poi cos’è successo? “Era il 2019. Sia io che mio babbo ci siamo gasati per il buon risultato e da allora non ho più pensato di abbandonare la Motosport Cup. Nel 2020 abbiamo avuto un bel po’ di problemi, soprattutto per il Covid e ci siamo concentrati sulla moto nuova da sviluppare. Prima correvo con una Dream Supernova del 2011 ma nel 2020 sono passato a una YCF SM160 che mi era arrivata il 20 marzo di quell’anno. In quel periodo ho giusto partecipato a due gare, sempre come wild card. Nel 2021 mi sono iscritto alla YCF Cup, un trofeo monomarca interno alla Motosport Cup: tutti competevamo con la stessa moto e gli stessi componenti. L’ho vinto ma devo dire che molti di quelli che partecipavano si sono ritirati prima della fine. Noi della YCF Cup gareggiavamo assieme alle pit bike della categoria Pro Heavy e, correndo, mi accorsi che reggevo il confronto. A quel punto ho deciso che quest’anno sarei passato alla categoria 14 Cv Pro Heavy”.
Terzo, con la spalla fuori posto
La prima gara,a Ottobiano il 3 aprile, non è andata male. “Sarebbe potuta andare meglio. Sono arrivato secondo in gara 1 e terzo in gara 2. Nel warm up di gara 2, con la pista bagnata, sono caduto e mi è uscita una spalla. L’ho rimessa a posto da solo e sono tornato in sella. Ho fatto terzo con le lacrime agli occhi per il dolore. Il manubrio si era storto nell’incidente e anche il telaietto dietro si era piegato. Ho fatto una gran fatica ad arrivare al traguardo”.
Le lunghe trasferte

Come organizzi una trasferta da Ravenna verso uno di questi circuiti così lontani? “Chiaro che per noi sono trasferte piuttosto impegnative. In linea di massima, mio babbo prende un furgone a noleggio il venerdì pomeriggio, iniziamo subito a preparalo e partiamo. Arrivati al circuito, “bandelliamo” la nostra area per il sabato e montiamo il nostro gazebo. Poi andiamo in Hotel o in un B&B a cenare e dormire. Il sabato la sveglia suona verso le 6.30/7. Si fa colazione e si va subito in pista. Ci sono tanti lavori da fare e ci vuole tempo. Poi le prove partono presto e noi dobbiamo provare i vari setting della moto. Io sono piuttosto pignolo e su questo metto abbastanza sotto pressione mio babbo. Ma ogni pista è diversa e l’unico modo per avere la moto a posto è testarla. Finita la giornata di prove si va a letto presto, alle 10, per arrivare riposati alla gara”.
Gli obiettivi di oggi e domani

Quali sono i tuoi obiettivi sportivi per quest’anno? “Imparare il più possibile. Nelle gare ci sono molti “passaggi” che presentano diverse variabili e, come mi piace dire, “ci devi fare l’occhio” devi, cioè, imparare. Poi le piste per me sono tutte nuove: sono così lontane da casa che non mi ci sono mai neanche allenato. Quindi, un altro obiettivo è conoscere al meglio ogni pista. Il sogno sarebbe vincere il campionato: difficile ma non impossibile perché stiamo lavorando molto per sistemare i punti sui quali non siamo perfetti”.
E per il futuro? “Il mio sogno non è rimanere nelle pit bike. In astratto, mi piacerebbe diventare un pilota professionista e passare alle moto a ruote alte. In ogni caso, in futuro vorrei arrivare nell’ambiente delle ruote alte pur senza diventare un professionista. Ecco, questo sogno lo vorrei realizzare e lavoro già oggi per farmi trovare pronto”.