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E’ l’idea per aumentare il numero di praticanti dello speedway partendo dalla base
La disputa della 12 Pollici International Cup, della quale abbiamo parlato in due recenti articoli, ci ha dato modo di aprire una finestra sull’attività internazionale legata alla pit bike. Rimanendo all’estero, oggi apprendiamo che le pit bike saranno centrali nel progetto di sviluppo dei giovani piloti di speedway in Polonia, un Paese che non ha mai contato su grandi talenti sulle piste e nelle categorie legate alla velocità pura ma che è nazione regina per quel che riguarda lo speedway.
Dai sei anni, in pit bike

Ebbene, la federazione motociclistica polacca ha dato il via a un progetto che si chiama Ekstraliga 3.0, dedicata proprio allo speedway. L’intento è di rafforzare la presenza di piloti al “top” della specialità ma cominciando dalla formazione di base. Come? Partendo proprio dalle pit bike. Saranno istituiti dei corsi di pit bike aperti ai bambini dai sei anni in su e saranno obbligatoriamente organizzati da ogni “scuderia” che farà parte di Ekstraliga 3.0. I corsi saranno sia teorici che, soprattutto, pratici. I bambini, dopo un periodo di adeguato allenamento, potranno partecipare a un vero e proprio campionato di pit bike a loro dedicato. L’importante è che abbiano acquisito dimestichezza col mezzo e che abbiano almeno compiuto otto anni.
Dalla pit bike allo speedway

Dopo questa prima fase dedicata alle pit bike, i bambini più forti, sempre sotto l’ala della propria scuderia, passeranno alle 125 cc (gare dai dieci ai dodici anni); poi alle 250 (gare per i ragazzi dai tredici ai quattordici anni) e, infine, alle 500 (gare dai quindici anni in poi). Da quel momento, i giovanissimi piloti potranno essere inseriti nella squadra Under 24 del proprio club per poi passare, se meritevoli, alla prima squadra, quella che si gioca i titoli nazionali e internazionali sugli speedway circuit più prestigiosi.
E se, fra dieci anni…

In Polonia ritengono che, così facendo, da una parte si aumenterà di molto il vivaio di giovanissimi dedito allo speedway; dall’altra crescerà la professionalità interna delle scuderie che dovranno trovare e formare tecnici e addetti per i bambini dai sei anni in su e per le loro pit bike, nonché per le altre categorie di giovanissimi. Non sappiamo se l’idea funzionerà ma non ci stupiremmo molto se, magari tra dieci anni, ci fosse un nugolo di piloti polacchi che, al di là dello speedway, vorrà mettersi in competizione anche nelle edizioni future di una qualche competizione europea di pit bike.