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La battaglia di Azincourt, combattuta il 25 ottobre 1415, tra francesi ed inglesi
Quale fu il ruolo degli arcieri nella battaglia di Azincourt? Oggi è l’anniversario della celebre “battaglia di Azincourt“, combattuta il 25 ottobre del 1415, tra gli eserciti del Regno di Francia di Carlo VI e del Regno d’Inghilterra di Enrico V, nell’ambito della guerra dei cent’anni.
Vi starete giustamente chiedendo: cosa c’entra la storia con il tiro con l’arco? Beh, ve lo spieghiamo. Il tiro con l’arco come sport è prerogativa degli ultimi due secoli. Le prime gare di tiro con l’arco si svolsero in America, nel 1829. Prima di allora, almeno fino all’avvento della polvere da sparo, l’arco era usato sia come arma da caccia, ma soprattutto come arma bellica.

Ogni esercito, in tutti i periodi storici, ha sempre disposto di reparti di arcieri al suo interno: i reparti potevano muoversi a piedi, oppure, per aver più mobilità, a cavallo. In passato alcuni popoli, come gli Unni, i Mongoli, i Tartari, i Selgiuchidi, i Nativi americani settentrionali fecero dell’arciere a cavallo la loro unità militare principale.
E ad Azincourt? che ruolo ebbero gli arcieri? Nella battaglia di Azincourt, il ruolo degli arcieri, e del nuovo arco da loro utilizzato, il longbow, o arco lungo, fu fondamentale. Ma procediamo per gradi.
Gli antefatti
Enrico V, salito al trono il 20 marzo 1413, riaprì la guerra contro la Francia. Egli reclamava il trono di Francia, per via della sua discendenza da Enrico III, ma era disposto a rinunciarvi se i francesi avessero riconosciuto le pretese inglesi sull’Aquitania e altre terre. Falliti i negoziati, gli inglesi invasero la Francia. La spedizione fu preparata con cura. Era stata predisposta una grande quantità di materiale bellico, raccolto dai provveditori reali.

Dopo aver preso Harfleur il 22 settembre 1415, l’esercito di Enrico perse, a causa delle malattie, numerosi soldati e fu costretto a ritirarsi ripiegando su Calais. Lungo la via per la cittadina sullo stretto della manica, i francesi sbarrarono loro la strada presso Azincourt con un’armata molto più numerosa.
La battaglia di Azincourt
La battaglia di Azincourt, secondo la visione tradizionale, iniziò alle prime luci del 25 ottobre. Enrico dispiegò i circa 1 500 uomini d’arme e circa 5 000 arcieri sui 700 metri di campo aperto tra le aree boschive. L’esercito francese, che comprendeva 10 000 uomini d’arme a cavallo, più 4-5 000 uomini appiedati, era il doppio.

Il piano francese prevedeva una prima carica di cavalleria ai fianchi, e poi una carica al centro con la cavalleria appiedata. Gli inglesi, dal canto loro, per evitare la carica frontale della cavalleria nemica, avevano predisposto una barriera difensiva fatta con pali appuntiti, dietro i quali si erano schierati gli arcieri.

Il terreno era fangoso, e leggermente in salita. Il fronte di battaglia era molto ristretto, e gli inglesi erano asserragliati, forti della loro posizione difensiva. I boschi ai lati del campo di battaglia impedivano qualsiasi tentativo di accerchiamento.
La prima carica della cavalleria francese venne respinta da una pioggia di frecce inglesi. Gli arcieri mirarono ai cavalli, che non erano protetti dall’armatura pesante, e ne uccisero la maggioranza. Il piano francese si sgretolò: i francesi, resisi conto dell’impossibilità di attaccare a cavallo, decisero di caricare a piedi gli inglesi. I francesi, accalcati gli uni sugli altri, furono preda degli arcieri inglesi, molto più mobili e leggeri. Impossibilitati a muoversi, con addosso l’armatura pesante, il fango ai piedi, i cavalieri francesi soccombettero all’impeto inglese. Fu un massacro.
Il ruolo degli arcieri nella battaglia di Azincourt
Quale fu il ruolo degli arcieri nella battaglia di Azincourt? I circa 5 000 arcieri inglesi, forti del longbow, o arco lungo, fecero un massacro dei cavalli dei cavalieri francesi, che rispetto agli uomini, non avevano protezioni. I corpi dei cavalli, e dei cavalieri, uniti al fango del terreno circostante, impedirono notevolmente i movimenti dei fanti francesi.
Testimonianze dell’epoca, definirono la selva di frecce scoccate dagli inglesi come “capaci di oscurare il cielo”. I longbows, come confermato dai recenti studi di storici, erano in grado di scoccare fino a 10 frecce al minuto, riuscendo così a provocare ingenti danni tra le fila nemiche.
Gli arcieri inglesi furono fondamentali nel corso della battaglia, soprattutto nella fase conclusiva. Esaurite le frecce, si lanciarono alla carica dei fanti francesi. Rispetto ai loro avversari, coperti dall’armatura pesante, e quindi più lenti, anche a causa del terreno fangoso dovuto alla pioggia, gli inglesi erano più veloci. Potevano dunque muoversi più facilmente sul terreno fangoso, cosa che i francesi non potevano fare.
Grazie anche al loro contributo, Enrico V uscì trionfante dalla “battaglia di Azincourt”, mentre per i francesi fu una sconfitta catastrofica. Tuttavia la battaglia non ebbe conseguenze politiche rilevanti, perché gli inglesi presero il mare e tornarono a casa.
Andrea Scheurer