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Salvo improvvisi e sempre possibili colpi di coda, la stagione invernale 2021/2022 è ormai avviata a una ben triste conclusione, come una delle annate meno nevose che si ricordino. I versanti meridionali delle Alpi e gli Appennini sono pressoché sgombri di neve, in una veste tipicamente autunnale, arida e “secca”, che presto potrebbe trasformarsi in primaverile, se le temperature continueranno con il trend di queste settimane.
Via libera ai trekking e alle escursioni, quindi? Sicuramente sì, ma con la dovuta attenzione e con ben precisi limiti, in particolare relativamente alla quota e all’esposizione dei versanti da percorrere.
Una montagna dai due volti
In questo particolare e anomalo periodo stagionale di “non inverno”, le nostre montagne offrono una plateale contraddizione ambientale, da considerare con la massima prudenza ai fini della programmazione di un’escursione, breve o lunga che sia.
I versanti meridionali delle montagne, fin verso i duemila metri di quota, si presentano pressoché totalmente privi di neve, tranne qualche residuo e marginale canale. Viceversa, i versanti settentrionali, specie se molto ombreggiati e dirupati, possono presentare neve al suolo anche fin verso i mille metri di quota, il più delle volte dura, se non ghiacciata. In buona sostanza, un ambiente montano dai due volti, diremmo antitetici, da affrontare, dal punto di vista escursionistico, in modo molto diverso tra loro.

I rilassanti versanti meridionali
Programmando un’escursione su un versante completamente soleggiato, con una quota massima intorno ai duemila metri, probabilmente neppure si riuscirà a calpestare la neve. Il clima sarà sicuramente freddino al mattino, ma in assenza di vento, dalla tarda mattinata si potrà godere di un piacevole tepore dal sapore già primaverile. I prati e i pascoli, come pure i boschi, saranno tipicamente autunnali, in un cromatismo quanto mai suggestivo e fotogenico. Nel complesso, dal punto di vista tecnico, un’escursione in tutto e per tutto estiva, temperature a parte, senza alcuna particolare difficoltà aggiuntiva.
I cupi e insidiosi versanti settentrionali
Volendo viceversa percorrere un itinerario lungo il versante settentrionale di una valle o di un gruppo montuoso, ci troveremo immersi ancora nel pieno dell’inverno. Al suolo troveremo poca o pochissima neve, è vero, ma quella poca sarà con ogni probabilità dura, se non ghiacciata, specie al primo mattino, con temperature ancora ben rigide e sotto lo zero. Indispensabili quindi i ramponi, anche su banali mulattiere nel bosco, e a maggior ragione se si dovessero attraversare canali o ripidi pendii: in questi casi, non dimenticare la piccozza. Nel complesso, escursioni tipicamente invernali, con difficoltà tecniche potenzialmente rilevanti, che richiedono esperienza e prudenza.

I canali d’alta quota
In queste settimane – lo possiamo vedere a colpo d’occhio – la neve si è “rifugiata”, se così possiamo dire, nei ripidi canali e valloni montani, che infatti sono presi d’assalto dagli alpinisti, lungo itinerari solitamente percorribili solo a inizio estate. In molti casi si tratta di percorsi prettamente alpinistici, da affrontare in cordata, ma in altri casi si tratta di valloni relativamente facili, alla portata di ogni buon escursionista ben allenato ed equipaggiato.
In buona sostanza, l’andamento stagionale e nivologico è in anticipo di circa due mesi: una ghiotta occasione per iniziare fin d’ora il nostro “andar per monti”. Con la dovuta attenzione, lo ripetiamo, e sempre ben attenti alle condizioni meteorologiche.