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In questo inverno delle beffe, con gli impianti sciistici mestamente chiusi causa COVID e un innevamento tra i più abbondanti degli ultimi anni, cerchiamo di cogliere un aspetto positivo: trasformare le piste di discesa in facili itinerari scialpinistici, alla portata di tutti.
Un’occasione forse irripetibile per avvicinarsi alla pratica dello scialpinismo, anche da parte di persone che mai avrebbero pensato di farlo, spaventate forse dai pericoli, forse dalla fatica, forse dalla scarsa conoscenza dell’ambiente montano invernale.
“Autostrade di neve”
Un’occasione irripetibile, abbiamo detto, e crediamo di non esagerare. Recandoci in una qualsiasi località sciistica delle nostre montagne, e verificando che gli impianti non siano in funzione per qualche gara o manifestazione autorizzata, ci troveremo di fronte i tracciati delle piste di discesa pressoché deserti: vere e proprie “autostrade di neve” larghe decine di metri e lunghe chilometri, con dislivelli ragguardevoli, il più delle volte tracciate in modo da evitare particolari rischi valanghivi.
Dotandoci della minima attrezzatura di scialpinismo necessaria – sci con attacchi mobili, scarponi e pelli di foca – magari a noleggio per minimizzare la spesa, potremo iniziare una vera e propria “escursioni scialpinistica” risalendo una determinata pista di discesa: magari la più lunga, o la più panoramica, o la più ripida.
In questa salita, non avremo ovviamente alcun problema di orientamento, o di scelta del terreno, azzerando alcuni dei tipici problemi – e pericoli – di una “vera” escursioni scialpinistica.

Raggiunta, più o meno faticosamente, la sommità della nostra pista, magari a pochi metri dalla stazione di arrivo della seggiovia, tristemente ferma e silenziosa, il piacere che ne avremo ricavato sarà certamente inaspettato. Di più: un’intima soddisfazione di avercela fatta e di “essere arrivati in cima”. Il panorama sembrerà tutto nuovo, anche se magari lo avremo già visto decine di volte, e anche il pranzo al sacco, se lo avremo portato, assumerà un sapore tutto diverso.
Tolte le pelli di foca e fissati gli attacchi in posizione di discesa, potremo “buttarci” lungo la pista, che godremo e apprezzeremo metro per metro, come mai ci era accaduto prima, con numerose e istintive “soste panoramiche”. Una discesa, per sua natura, del tutto sicura, anche in questo caso priva dei tipici pericoli delle discese scialpinistiche: salti di roccia, percorsi obbligati su mulattiere, ripide traversate a mezza costa, boschi più o meno fitti e sciabili, sassi affioranti o poco visibili, superamento di resti di valanghe, fastidiosi falsopiani o risalite, e molto altro ancora.
Giunti al parcheggio e all’auto, nonostante si sia fatta una sola discesa, con ogni probabilità l’appagamento non avrà nulla da invidiare a un’intera giornata trascorsa in un blasonato comprensorio sciistico, su è giù con gli impianti.
Approfittatene!
In conclusione a questa nostra breve presentazione, non possiamo non rivolgere un vero e proprio appello ai tanti sciatori da pista delusi e amareggiata da questo incredibile inverno: provate lo scialpinismo, approfittando dei tracciati delle piste chiuse. Scoprirete questa affascinante disciplina sportiva “a rischio zero”, senza correre praticamente nessuno dei tipici e “normali” pericoli dello scialpinismo.
Se l’esperienza vi sarà piaciuta, come crediamo, potrete avvicinarvi gradualmente e nel modo corretto a questa affascinante pratica sportiva, magari partecipando, il prossimo anno – COVID permettendo, incrociamo le dita – a uno dei tanti corsi di scialpinismo organizzati in ogni provincia, o associandosi a gruppi di persone già esperte. Con un’avvertenza: provando lo scialpinismo, poi non lo lascerete più. Più che uno sport, è uno stile di vita.