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Il venticinquenne milanese, Lorenzo Bonafè, ha perso la vita travolto da una valanga nella zona del Passo del Piccolo San Bernardo. Un inizio stagione tragico per lo scialpinismo
La stagione scialpinistica 2021/2022 non poteva iniziare nel modo peggiore, con la notizia giunta dalla Valle d’Aosta, dove un giovane milanese di soli 25 anni, Lorenzo Bonafè, ha perso la vita travolto da una valanga, nella zona del Passo del Piccolo San Bernardo.
Il ragazzo faceva parte di un gruppo di tre persone: una è solo stata sfiorata dalla valanga, un’altra è riuscita a liberarsi dalla neve con i propri mezzi, pressoché illeso, mentre Lorenzo, investito in pieno dalla massa nevosa, è stato ritrovato e dissepolto dal Soccorso Alpino Valdostano, prontamente intervenuto, purtroppo già in fin di vita. E a nulla è valso il volo in elicottero verso l’ospedale aostano.

Di fronte a simili tragedie, tutti ci poniamo domande legittime: la valanga poteva essere prevista, e quindi evitata? Sono stati commessi errori nella conduzione della gita, o peggio imprudenze? L’equipaggiamento era adeguato?
Non è nostro compito svolgere indagini e dare giudizi: questo spetta agli Organi inquirenti, non certo ai giornalisti. Possiamo solo ricordare che l’attività scialpinistica, pur svolta nel modo ottimale, con tutta l’esperienza e la prudenza necessarie, e con il migliore degli equipaggiamenti possibili, comporta una inevitabile quota di rischio residuo, stimata dal Club Alpino Italiano intorno al 5 per cento. E’ tanto o è poco? Non lo sappiamo. E, se volete, chiamiamolo fatalità, sfortuna, o addirittura destino. Piaccia o no, sono queste le regole del gioco.

Senza dimenticare un famoso detto alpino, che bene evidenzia l’imprevedibilità delle valanghe, anche per i più esperti: “La valanga cede dove è già caduta, dove non è mai caduta e dove non cadrà mai più”. Buona stagione scialpinistica a tutti, con la raccomandazione della massima prudenza e “pazienza”: le montagne non scappano.