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In un recente articolo, abbiamo visto come in montagna sia possibile compiere emozionanti “incontri” con animali selvatici di pregio, quali stambecchi e marmotte. Purtroppo, però, durante le nostre escursioni, è anche possibile incappare in una fauna decisamente meno gradita, e potenzialmente pericolosa: le vipere.
In realtà, si tratta di un pericolo nel complesso residuale rispetto all’insieme degli incidenti in montagna: secondo i dati del Corpo Nazionale Soccorso Alpino (CNSAS), nel decennio 2010-2019 sono stati compiuti, nel territorio nazionale, una media di 8,7 interventi di soccorso per morso di vipera ogni anno, a fronte di mediamente circa 7.800 interventi annuali. In pratica, un caso ogni mille.
Di seguito, vogliamo quindi sintetizzare le regole di comportamento, suggerite dal CNSAS, per ridurre al minimo possibile il “rischio vipere” durante le nostre escursioni. Un rischio quindi da non drammatizzare, ma da affrontare con le dovute cautele.

Riconoscere le vipere
Dalla primavere all’autunno, la vipera può essere presente nelle radure dei boschi, su pendii cespugliosi con sassi, in prossimità di muretti a secco e case diroccate. Essa è facilmente distinguibile dall’innocua serpe comune, per la particolare morfologia del suo corpo, caratterizzato da una testa sub-triangolare a forma di cuore ben distinta dal corpo, dalle pupille verticali a fessura, e dalla coda tozza e tronca. Viceversa, la serpe innocua presenta una testa ovale che continua con il corpo, la pupilla è tonda e non esistono distinzioni fra corpo e coda, che appare sottile ed appuntita.
Anche il morso di questi due rettili è molto differente e inconfondibile: il morso della vipera lascia sulla pelle una o due piccole ferite puntiformi di circa 0,5-1 millimetri di diametro, distanti fra loro 5-8 millimetri, mentre il morso della serpe lascia una serie di ferite puntiformi superficiali ravvicinate, disposte a forma d’arco.

Gli effetti del morso
Con il suo morso, la vipera inietta nel nostro corpo una quantità variabile del proprio veleno, con sintomi locali che compaiono in pochi minuti: gonfiore, eritema o arrossamento, dolore locale ed ecchimosi. A distanza di tempo, possono manifestarsi effetti sistemici, quali agitazione, malessere generalizzato, nausea, vomito, dolori addominali e diarrea, anche se raramente il quadro clinico si aggrava in modo rilevante.
In caso di morso di vipera occorre, prima di tutto, mantenere la calma: in genere si hanno a disposizione molte ore prima che il veleno possa complicare il quadro clinico generale. Se possibile, allertare quindi immediatamente i soccorsi organizzati (112), compiendo alcune semplici azioni di primo soccorso: togliere orologio, anelli, bracciali e tutto ciò che può creare danno in caso di sviluppo di gonfiore locale; slacciare e/o tagliare i vestiti stretti nel distretto interessato dal morso; se possibile, disinfettare la ferita.

L’arto colpito non dovrebbe essere utilizzato, per evitare l’aumento di irrorazione sanguigna conseguente al lavoro muscolare: in particolare, nel caso di un morso a una gamba, il soggetto non dovrebbe camminare, o al limite camminare sorretto da altri, in modo da non utilizzare e “caricare” la gamba ferita. Nel caso si fosse da soli certo le cosi si complicano, e molto dipenderà dalla possibilità di allertare il Soccorso Alpino, che potrà fornire le migliori indicazioni.
Altrettanto importante chiarire “cosa non fare”: non praticare incisioni nella sede del morso, non tentare di succhiare il veleno con la bocca e non posizionare lacci emostatici o bendaggi compressivi. Anche l’utilizzo dei cosiddetti “estrattori di veleno” (a ventosa o simili) non appare consigliabile.
Qualche consiglio per evitarle
Premesso che le vipere non sono assolutamente aggressive, e se appena ne hanno la possibilità, ad esempio se disturbate dai nostri passi, tendono a scappare o a nascondersi, sicuramente possiamo mettere in atto una serie di misure di prevenzione, semplici quanto efficaci: indossare pantaloni lunghi e calzettoni pesanti, calzare scarponi alti, non raccogliere frutti di sottobosco o funghi senza avere prima ispezionato la zona, non sedersi su muri a secco o su pietraie senza un attento controllo preventivo, non infilare mai le mani negli anfratti dei muri a secco o sotto le pietre, non abbandonare zaini e vestiario in zone potenzialmente frequentate da vipere, fare attenzione durante l’attraversamento di pietraie.
Regole semplici e intuitive, ma in grado di ridurre quasi completamente il rischio di questo indesiderato “incontro”.