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Yasuo Takamatsu, sopravvissuto al disastro di Fukushima, si immerge ogni settimana da sette anni per cercare i resti della moglie.
Sono passati dieci anni da quel 11 marzo 2011, quando un incidente nucleare cambiò la vita di milioni di persone. In quindicimila persero la vita, ma anche l’esistenza dei sopravvissuti rimase in sospeso. Come quella di Yasuo Takamatsu che proprio da quel giorno non vede più la moglie. La sua Yuko, infatti, scomparve quando uno tsunami, provocato dalle esplosioni nucleari, colpì la loro città, Onagawa, nella prefettura di Miyagi. Da allora di lei non si è saputo più nulla.
Yasuo sub per amore
Yasuo non si è mai rassegnato a quell’assenza. Ha cercato senza fortuna la sua compagna di vita sulla terraferma. Mosso dall’amore che prova per lei ha deciso che cercarla in superficie non bastava, avrebbe provato anche sott’acqua. Così, lui che non si era mai immerso in vita sua, ha preso la licenza da sub e ha iniziato a cercarla per la baia di Onagawa. Per sette anni, ogni settimana, ha indossato la sua muta ed è sceso in fondo al mare alla ricerca di una traccia, anche minima, di Yuko.
Il signor Takamatsu non è solo
Il signor Takamatsu ora ha sessantaquattro anni e si è immerso per ben quattrocentosettanta volte alla ricerca della moglie. Una volta al mese, si unisce anche alle ricerche ufficiali che le autorità locali ancora effettuano periodicamente. Mancano infatti all’appello ancora i resti di oltre duemila persone. Yasuo nelle sue immersioni, finora, ha recuperato centinaia di vestiti e fotografie, ma nulla che appartenesse alla sua Yuko. Questo non basta a farlo arrendere, lo deve al ricordo di quell’amore ancora vivo in lui. “Nell’ultimo messaggio di testo che mia moglie mi ha inviato, dice: ‘Stai bene? Voglio tornare a casa’. ecco, io sono convinto che voglia ancora tornare a casa”.
Francesco Papa